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Giorgia Meloni si insedia a Palazzo Chigi. Poi vede Emmanuel Macron

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Prima il «sentito ringraziamento» al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, poi il «forte richiamo alla responsabilità» a tutti i ministri, con l’invito alla «lealtà», a «lavorare seriamente», con «spirito di squadra» per affrontare le emergenze del Paese. È il messaggio di Giorgia Meloni nel corso del primo Consiglio dei Ministri presieduto a Palazzo Chigi. La premier si insedia al termine della cerimonia della campanella con il presidente del Consiglio uscente Mario Draghi. Un passaggio di consegne, quello andato in scena nella Sala dei Galeoni, preceduto da un lungo faccia a faccia di un’ora e 20’ - per fare il punto sui molti dossier sul tavolo tra guerra in Ucraina, emergenza energetica e Pnrr - che determina anche uno slittamento di circa mezzora della riunione del Cdm. Per Meloni, vestita con tailleur nero, camicia bianca e scarpe basse (cambiate però con delle decolleté a tacco basso al momento del rito della campanella), l’ennesima indimenticabile giornata vissuta a distanza di appena 24 ore da quella al Quirinale in occasione del giuramento.

«Abbiamo scritto la storia. Ora scriviamo il futuro dell’Italia - dichiara via social il presidente del Consiglio -. Si comincia. Con molta emozione ma anche con la consapevolezza delle difficili sfide che ci attendono. Ora tocca a noi: siamo pronti». Emozione che traspare dagli occhi lucidi al momento del passaggio ufficiale delle consegne con Draghi, e dalle parole che rivolge al premier uscente appena lo incontra in cima allo Scalone d’Onore: «Questa sotto è una cosa un pò impattante emotivamente». E il riferimento è al saluto del picchetto d’onore con il quale viene accolta nel cortile di palazzo Chigi. Cortile in cui risonano poi gli applausi dei dipendenti della presidenza del Consiglio all’uscita di Draghi. Meloni entra a palazzo Chigi e non ne esce se non all’ora di cena per un incontro riservato con il presidente francese Emmanuel Macron. Per i due si tratta di un primo ’avvicinamentò informale dopo le parole della ministra per gli Affari europei, Laurece Boone, che, prima della formazione del governo a guida Fdi, aveva promesso «di vigilare sul rispetto dei diritti». Un faccia a faccia ’chiarificatorè a cui seguirà un bilaterale ufficiale forse a Parigi, quando Meloni sarà impegnata nel giro delle cancellerie europee. Sul tavolo, molto probabilmente, la crisi energetica che sta investendo l’Europa e la conferma di una ’amicizià tra i due paesi sancita nei Trattati del Quirinale. «È in quanto europei, paesi confinanti, per l’amicizia dei nostri popoli, che con l’Italia dobbiamo proseguire il lavoro intrapreso. Farcela insieme, con dialogo e ambizione, è ciò che dobbiamo ai giovani e ai nostri popoli. Questo incontro, Giorgia Meloni, va in questa direzione», conferma Macron su Twitter. Come scrive, dunque, Fratelli d’Italia via social, Meloni «è ufficialmente alla guida della Nazione». Presiede il suo primo Cdm che dura poco meno di mezzora. Nella riunione Alfredo Mantovano viene nominato sottosegretario alla presidenza del Consiglio, vengono attribuite le funzioni ai vicepremier ad Antonio Tajani e Matteo Salvini. Meloni inoltre conferisce gli incarichi ai ministri senza portafoglio e annuncia che Roberto Cingolani rivestirà l’incarico di consulente del governo per quanto riguarda il dossier energia, anche se «avrà una collaborazione a titolo gratuito» specifica fuori Chigi il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Il tema energia comunque sarà al centro del Consiglio europeo straordinario sull’emergenza gas in programma martedì a Bruxelles. Appuntamento che dovrebbe vedere protagonista anche il neo ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, il quale però non si sbilancia: «Con Cingolani domani faremo il passaggio di consegne e vedremo».

Il prossimo passaggio - oltre ad un apposito decreto legge per la ridenominazione di quattro dicasteri con portafoglio - sarà quello riguardante la nomina di viceministri e sottosegretari. Calcolando che per legge il numero massimo di membri del governo è 65, si tratta di circa quaranta caselle ancora da riempire. Una andrà certamente a Giovanbattista Fazzolari, senatore di Fdi rimasto al momento fuori dalla squadra di governo, ma destinato a ricoprire l’incarico di sottosegretario alla presidenza con delega all’attuazione del programma. Da capire quale sarà il punto di caduta nella distribuzione con gli alleati dato che Forza Italia rivendica qualche casella in più rispetto alla Lega. Il leader azzurro, Silvio Berlusconi, vorrebbe in particolare veder entrare in squadra Paolo Barelli (all’Interno), Alberto Barachini (all’Editoria), Valentino Valentini (agli Esteri), Francesco Paolo Sisto (alla Giustizia) e Valentina Aprea (all’Istruzione).

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