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Governo centrodestra, così cambierà la politica economica: tutto su fisco, reddito e pensioni

Filippo Caleri
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Si cambia marcia. Forse. Il nuovo governo a trazione centrodestra può giocarsi la partita di avviare un nuovo ciclo economico. Si parte dalla riforma della pensioni che, oltre a svuotare il serbatoio degli occupati incastrati dalla legge Fornero, può rappresentare una grande opportunità per aprire le porte delle aziende ai più giovani. Si passa per il fisco, dove si attende la grande rivoluzione della tassa piatta, una sola aliquota che potrebbe essere del 15 o anche del 23% sui redditi da lavoro dipendente fino a 70mila euro per una famiglia con due stipendi. Un sistema fortemente avversato dal centrosinistra ma che in realtà avvantaggia la classe media visto che la flat tax oltre le soglie si annulla completamente. Non mancherà una profonda revisione del reddito di cittadinanza, misura bandiera dei grillini, che non ha sconfitto la povertà ma ha spinto molti a restare sul divano in attesa del lavoro che i navigator difficilmente hanno proposto. Si passa a una misura di sostegno a chi è effettivamente in difficoltà, magari anche in misura più elevata, e allo stop di qualunque beneficio per chi invece è abile all'occupazione. Questo gruppo sarò avviato al lavoro attraverso percorsi formativi ad hoc finanziati con il Fondo sociale europeo. Spazio anche alle aziende. A loro arriveranno fondi e sconti fiscali sulla base del principio del più prendi persone, meno paghi. Sul tavolo del nuovo premier anche problemi contingenti come il caro bollette. L'intervento ancora non identificato ha una discriminante: la possibilità di fare o meno lo scostamento di bilancio. Le misure infatti oltre a quelle europee, e cioè il tetto al prezzo del gas e il disaccoppiamento delle tariffe tra energia rinnovabile e non, si basa sugli aiuti alle famiglie e alle imprese per abbassare i conti addossandone una parte alla fiscalità generale. La minore o maggiore incidenza dipenderà solo da quante disponibilità si troverà in cassa il prossimo ministro del Tesoro.

 

 

Sarà anche pace fiscale. Un patto di convivenza civile tra contribuenti ed esattore che prevede l'estensione del saldo e stralcio, cioè il pagamento di una percentuale della somma a ruolo, con la contestuale chiusura del contenzioso, a chi ha un Isee di 40mila euro. Dunque più alto rispetto alla stessa misura proposta nel 2019 dal governo gialloverde. Si guarderà anche al futuro. Alla possibilità di trasformare il Meridione in un Algarve portoghese, terra che attrae i nostri pensionati per uno sconto consistente sulle rendite. L'idea è quella di applicare lo stesso concetto anche a chi si trasferisce nel Mezzogiorno. Grandi cambiamenti dunque. Certo i paletti sono stretti perché il vincolo della finanza pubblica è ancora stringente. Anche se il Patto di stabilità è sospeso i paesi del Nord Europa spingono per tornare a considerare l'austerity, o comunque il rigore contabile, il faro della politica economica. Questa volta però i margini di trattativa possono essere diversi rispetto a solo qualche anno fa. La leader di Fratelli d'Italia ha già dettato la linea nei rapporti con l'Europa, e cioè nessuna intenzione di stracciare i Trattati e uscire dalla moneta unica, ma sicuramente una trattativa più dura per portare a casa margini di manovra più ampi. A dare una mano c'è la situazione attuale che rende i burocrati di Bruxelles necessariamente più inclini alle concessioni piuttosto che a chiudere la porta alle richieste di cordoni della borsa più larghi.

 

 

La conferma che l'atteggiamento dei falchi europei sia cambiato è testimoniato dall'anticipo della rata del Pnrr che l'Ue ha accordato all'Italia sulla base dell'anticipo degli obiettivi raggiunti. Per ora solo traguardi cartacei perché di spesa effettiva, di cantiere di opere, finanziata con i soldi europei in giro per il Paese se ne sono visti pochi. Sta di fatto che il rapporto con l'euroburocrazia sarà molto più agevole rispetto al passato. Anche perché l'unico collante tra i partner comunitari a oggi resta l'asse contro la Russia di Putin. E considerato che il centrodestra italiano seppur con diverse «coloriture» ha sposato la linea della fedeltà atlantica, sarà difficile negare comunque una mano alle richieste di eventuali fuoriuscite dai binari del rigore. Dunque anche da Bruxelles il centrodestra potrebbe avere semaforo verde.

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