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Eni e Rai, verso il nuovo governo: cosa succede ora nelle aziende di Stato

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L'arrivo al governo di una nuova classe dirigente agita i palazzi romani: cosa succederà ora ai vertici delle aziende di Stato? I più accorti sono già partiti con i riposizionamenti, anche perché di tempo non ce ne è tantissimo e le poltrone invece sono centinaia solo nel prossimo anno. I vertici delle principali partecipate sono in scadenza, e con le assemblee 2023 si procederà al rinnovo di realtà di primo piano come Eni, Enel, Terna, Poste, Consip e Rai. Dal cane a sei zampe non dovrebbe spostarsi Claudio Descalzi (che ha già svolto tre mandati), anche se qualcuno lo vorrebbe ministro al posto di Roberto Cingolani. Per un possibile ruolo nelle altre energetiche gira il nome di Flavio Cattaneo, ex Terna e Rai, e Marco Alverà, ex Snam, con Stefano Donnarumma di Terna che potrebbe essere 'promosso' al posto del numero uno Enel Francesco Starace (anche lui al terzo giro).

In pole tra i papabili per un ruolo anche l'ex poste Massimo Sarmi, mentre scricchiola l'ad Leonardo Alessandro Profumo: a piazza Monte Grappa si scherza sul nome di Guido Crosetto, già sottosegretario alla Difesa, che però sempra più probabile possa avere un ruolo nel governo a guida Meloni. Sul tavolo anche Enav, con l'ad Paolo Simioni e la presidente Francesca Isgrò che vanno a scadenza. Mentre a viale Mazzini sembra ormai segnata la presidenza di Carlo Fuortes, vicino al centrosinistra: se la scadenza è nel 2024 è anche vero che nell'attuale Cda non c'è nemmeno un consigliere espressione del partito che ha stravinto le elezioni.

Sembra invece ormai certo per il ruolo di Ad della fondazione Milano Cortina il nome di Andrea Abodi, attuale presidente del credito sportivo, vicino al centrodestra ma apprezzato anche dall'altro lato. L'indicazione dovrebbe arrivare nelle prossime settimane, così come quella della guida di MedioCredito Centrale.

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