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Elezioni, pure Sanna Marin umilia il Pd: “Giorgia Meloni premier, che male c'è?”

Dario Martini
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Dopo Hillary Clinton, anche Sanna Marin frustra le speranze del Pd e dei suoi alleati. A domanda diretta, in conferenza stampa all'Europarlamento, se sia preoccupata o meno da un possibile approdo di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, la premier finlandese ha risposto senza esitazione: «Gli italiani hanno il diritto di votare e scegliere il leader che secondo loro è più capace». Poche parole che non hanno provocato l'effetto sperato. Chi ama gridare alla «democrazia a rischio» è rimasto deluso. La destra italiana non fa paura all'Europa, come invece sostiene il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans. Eppure gli ingredienti per aspettarsi (a torto) una presa di posizione contro la leader di Fratelli d'Italia c'erano tutti. Marin, 37 anni tra due mesi, è considerata uno dei membri più a sinistra del partito socialdemocratico finlandese. Nel 2019 ha vinto le elezioni con un'agenda che al primo punto ha l'eguaglianza sociale e la lotta ai cambiamenti climatici. È cresciuta come figlia di una coppia omogenitoriale. I suoi genitori biologici si separarono quando lei era ancora piccola. In seguito la madre iniziò una relazione con una donna. Insomma, un suo j' accuse contro Meloni sembrava scontato. Anche i tempi erano giusti.

 

 

Nei giorni scorsi il Pd, Enrico Letta in testa, si è scagliato contro FdI per aver chiesto alla Rai di non mandare in onda un episodio di Peppa Pig (cartone animato seguitissimo dai più piccoli) in cui appare un nuovo personaggio, Penny Polar Bear, che vive con due mamme. Non è la prima volta che la ministra finlandese manda in cortocircuito la sinistra italiana. Poche settimane fa sono usciti alcuni video privati in cui Marin balla scatenata con gli amici. Niente di compromettente. Lei stessa ha dichiarato di aver bevuto alcol, in modica quantità, ma di non aver assunto droghe. Nel suo Paese è divampata la polemica, tra feroci accusatori e strenui difensori. Ieri, alla seduta plenaria di Strasburgo, l'eurodeputata tedesca Ulrike Mueller si è presentata con una maglietta con la scritta «Keep on rockin' Sanna Marin», traducibile in «Continua ad essere rock». Un invito a restare se stessa, ad andare contro gli schemi. In effetti, contro le consuetudini c'è andata eccome, soprattutto quando ha ospitato nella sua residenza ufficiale due amiche che si sono fatte un selfie mentre si baciavano a seno nudo. Un "incidente" che ha costretto la premier a scusarsi pubblicamente (lacrime incluse) ma anche a chiedere di essere giudicata solo per il suo lavoro.

 

 

Le donne del Pd si sono subito schierate in suo favore: «Il divertimento fa parte della vita, che male c'è?» (Alessia Morani, Pd), «Media e politici di destra parlano del suo look o se va a una festa, quanto rosicano a vedere una donna così brava e libera?» (Chiara Gribaudo, Pd), «Non esiste nessun divieto di divertirsi» (Elisabetta Piccolotti, Sinistra italiana). Dello stesso parere anche tutti i giornali che in passato hanno massacrato Matteo Salvini per il Papeete o Silvio Berlusconi per le feste ad Arcore. Dura condanna se a divertirsi è un leader di centrodestra, massimo rispetto se a ballare è un primo ministro socialdemocratico. Che ieri ha sdoganato un altro tabù della sinistra nostrana: se vincerà Meloni lo avranno scelto gli italiani. Punto.

 

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