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M5S, Giuseppe Conte si trasforma in Steve Jobs: come si presenta sul palco

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Giuseppe Conte appare sul palco dell’Auditorium Conciliazione e, a guardarlo, la mente corre immediatamente alle presentazioni delle ‘creature’ di Steve Jobs, padre della Apple. Camicia e pantaloni scuri, scarpe da ginnastica, tablet stretto tra le mani, con il quale si collega con gli ospiti che appaiono sullo schermo gigante, intervallati da filmati che raccontano il percorso fatto fino ad oggi dal Movimento 5 Stelle. E poi presenta il nuovo programma. Quasi un nuovo battesimo per il partito, dopo quattro anni e mezzo di governo, una crisi interna culminata con la scissione di Luigi Di Maio, e la caduta del governo Draghi. E Conte torna all’antico, agli albori del M5s, quando rimarca le differenze fra il Movimento e gli altri: «Gli altri partiti, da Meloni a Salvini, sono divisi su tutto. L’unica cosa su cui marciano uniti è la guerra ai poveri, loro che guadagnano 500 euro al giorno se la prendono con chi prende cinquecento euro di aiuti dallo stato al mese». La guerra alla Casta, dunque, che riporta al 2013, all’approdo del M5s in parlamento. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti. 

 

 

E Conte ripercorre la strada fatta dai tempi dei Vaffa day: «Abbiamo cercato di mettere ordine, contrastato i privilegi, mettendo un freno a queste ingiustizie, contrastando i vitalizi, dobbiamo fare ancora tanto. Siamo una forza non condizionabile, scomoda, attaccata costantemente e quotidianamente. Credo non sia mai successo a una forza politica di essere così contrastata sui media e nel dibattito pubblico», sottolinea il leader pentastellato. «Non cadremo mai nel vittimismo. Il giorno in cui non ci attaccheranno ci dovremo preoccupare, vorrà dire che stiamo andando dalla parte sbagliata». Si passa ai provvedimenti bandiera, difesi da Conte e dai suoi dagli attacchi esterni: «Le truffe sul reddito di cittadinanza non superano l’1 per cento. Le truffe sull’edilizia, sul superbonus, valgono il 3 per cento delle truffe i Italia. Mai visto un simile accanimento politico e mediatico».

 

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