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Allarme democrazia, Fabio Rampelli: "È nel decennio di governo Pd"

Pierpaolo La Rosa
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È un’intervista a tutto campo quella con Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d’Italia, vicepresidente della Camera, candidato a Montecitorio alle elezioni Politiche del prossimo 25 settembre al collegio uninominale Lazio 1-03 e capolista di FdI nel collegio plurinominale, sempre alla Camera, Lazio 1-P03. Si va dai continui rincari dei prezzi di energia e gas all’eterna, irrisolta questione rappresentata da Ita, da un Pd per ben undici anni al governo senza aver mai vinto un’elezione fino agli interventi da adottare, e gli ambiti su cui concentrarsi, per rilanciare una volta per tutte la Capitale e la regione Lazio.
Onorevole Rampelli, come contrastare un caro energia che sta diventando sempre più insopportabile per famiglie ed imprese?
«Fissando un tetto al prezzo del gas, vincendo le resistenze di Olanda e Germania, bloccando le vergognose speculazioni della Borsa di Amsterdam, disallineando il prezzo del gas da quello delle altre fonti di energia e colpendo senza pietà gli extra profitti dei grandi gestori di energia. Ed ancora, riaprendo subito le attività estrattive di gas italiano, realizzando la riconduzione forzata nelle centrali idroelettriche, raddoppiando la produzione di energia ed assegnando immediati aiuti a famiglie e imprese per contrastare il caro bollette».
Che cosa c’è che non va nella vicenda di Ita, la vecchia Alitalia tento per intenderci?
«Che questo governo non esiste più. L’esecutivo Draghi è costituzionalmente abilitato ad occuparsi degli affari correnti e delle emergenze nazionali. Niente altro. Il trasporto aereo non ricade in alcuna di queste condizioni, e quindi non c’è ragione per non aspettare il 26 settembre, a meno che Draghi non abbia fatto accordi inconfessabili e svenduto un business nazionale a soggetti stranieri».
Se il governo dovesse chiudere l’intesa, l’accordo con la cordata Certares-Delta Airlines-Air France-Klm, alla luce del via libera alla trattativa in esclusiva da parte del ministero dell’Economia e delle Finanze, porterete come FdI la questione davanti alla Corte costituzionale?
«Ci sono il Tar e la Consulta che possono essere mobilitati per questo fuor d’opera di Draghi. Resta il fatto che la trattativa sul futuro del trasporto aereo della nazione, che è al primo posto nei desideri di soggiorno di tutti i cittadini del mondo, non può farla un governo che non c’è più. Il funzionamento dell’intero strategico settore dei trasporti compete ad un esecutivo legittimo».
Il segretario del Pd, Enrico Letta, parla di un allarme democratico in caso di una vittoria, di un’affermazione della coalizione di centrodestra alle elezioni Politiche di fine settembre...
«Se Letta insiste, significa che non ha il senso del ridicolo. Il vero allarme democratico è rappresentato dal Pd che è stato undici anni al governo senza mai aver vinto le elezioni. Di questa anomalia tutta italiana, e tutta di sinistra, dovrebbe piuttosto occuparsi la stampa estera».
Quali sono le vostre ricette per rilanciare Roma e la regione Lazio?
«Roma riceve risorse insufficienti e deve ottenere dallo Stato gli stessi poteri di Parigi e Berlino. Gli assetti istituzionali della Regione, conseguentemente, devono essere ridisegnati. Ma il Lazio deve aspirare ad essere uno snodo d’eccellenza per la salute, il benessere e la formazione».
 

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