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La ricetta di Simonetta Matone: “Telecamere ovunque, oggi Roma è insicura”

Pierpaolo La Rosa
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Simonetta Matone, già sostituto procuratore generale alla Corte d'appello di Roma e per 17 anni pubblico ministero presso il Tribunale dei Minori, è candidata per il centrodestra alle elezioni Politiche del 25 settembre all'uninominale nel terzo e quarto municipio nella Capitale, capolista della Lega in tutti e quindici i municipi ad eccezione del settimo e dell'ottavo.

Su quali argomenti sta concentrandola sua campagna elettorale?
«Il tema della sicurezza è una priorità. Quanto riportato dal quotidiano "Leggo", sulla donna aggredita a Roma, è gravissimo. La cosa che più inquieta è il silenzio intorno all'accaduto, specie se rapportato a quanto di demenziale è avvenuto in relazione all'altro episodio di violenza, a Piacenza, per il quale il problema non era che una donna avesse subito un tentativo di violenza, ma che il relativo video fosse stato commentato e postato su Facebook da Giorgia Meloni. Sono rimasta scandalizzata dal fatto che, invece di indignarsi per la gravità dell'accadimento, ci si sia preoccupati per la eventuale riconoscibilità della vittima. Questo è un modo di fare politica che non solo non mi appartiene, ma che mi disgusta».

A suo giudizio, c'è un problema legato alla sicurezza nella Capitale?
«Roma è solo parzialmente sicura, l'episodio in questione è accaduto infatti in centro storico. Girando per i quartieri, per i territori, la prima cosa che mi segnalano i cittadini è quella della sicurezza percepita. Bene fa la Lega a prevedere nel suo programma la rivisitazione del numero di Carabinieri e agenti di Polizia, che va incrementato. Combatto, poi, da sempre per la riapertura delle stazioni di Polizia e Carabinieri, perché già a livello psicologico costituiscono un deterrente. Metterei, inoltre, le telecamere ovunque: il problema della privacy è abusato, trito e ritrito. Ci si trincera dietro a questo per non intervenire. Io, ripeto, le metterei ovunque. Il concetto è "male non fare, paura non avere"».

 



Cosa fare per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne?
«Bisogna fare un'opera di convincimento, su vittime e cittadini, sulla necessità di segnalare. Io, da magistrato, sostenevo che fosse meglio una segnalazione in più a vuoto che una non fatta su episodi fondati: tutti gli episodi di violenza contro donne e minori sono l'exploit dell'ultimo momento, ma sono preceduti da una sequela di fatti gravissimi che scatenano l'atto finale. È un misto tra la sottovalutazione della vittima che spera che non accada, l'indifferenza di chi le vive accanto e l'insipienza di chi dovrebbe intervenire e segnalare».

 

 

Spazio, nella sua campagna elettorale, anche all'economia...
«Sono molto interessata al tema della flat tax che ho approfondito e studiato proprio perché per tutta la vita mi sono occupata di povertà, di situazioni di estremo disagio sociale ed economico. La flat tax, che è un cavallo di battaglia della Lega, è vincente. Il problema di questa campagna elettorale è che nessuno tra gli avversari, a cominciare da quelli del Partito democratico, ha letto le 200 pagine del programma, accurato e fondato, della Lega, con una serie di risposte esaurienti a partire appunto dalla flat tax, che nella sua fase di sperimentazione ha dato ottimi risultati per le partite Iva fino a 65 mila euro di fatturato. Il meccanismo sarà graduale, passerà da 65 mila a 100 mila euro, per venire esteso a pensionati e dipendenti, infine a tutti. Gli studi di alta economia dimostrano come il maggior contrasto all'evasione fiscale sia l'abbassamento delle tasse. Non è vero che la flat tax non sia proporzionale perché le deduzioni saranno inversamente proporzionali al reddito e direttamente proporzionali al numero di persone che compongono il nucleo familiare. A me sembra che il Pd sia completamente privo di argomentazioni. Il fatto, poi, che io stia conducendo una campagna elettorale vicina ai cittadini scatena le ire degli avversari e questo mi fa molto sorridere, è paradossale: dove dovrei andare, nei salotti? A Roma aumentano insicurezza e povertà e nessuna risposta arriva, né dal Comune né dalla regione Lazio». 

 

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