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Terzo polo, Calenda strappa col Pd e Renzi gongola: si riapre la partita del centro

Christian Campigli
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Dalla balena bianca al terzo polo. Un salto temporale lungo trent'anni. Un'epoca persa nel tempo, quando a comandare in Italia c'era ancora la Democrazia Cristiana, che governava col Pentapartito. Un'era giurassica, difficile da comprendere per i più giovani. Abituati ad una politica fluida, a partiti che nascono e muoiono in pochi mesi. E ad accordi firmati ieri, che oggi diventano carta straccia.

Lo strappo di Calenda al Partito Democratico, dopo la decisione di Letta di coinvolgere nel fritto misto anche la sinistra estrema ed i Verdi, ha riavvolto il nastro di almeno una settimana. E ha fatto tornare di stretta attualità l'ipotesi di un'alleanza con Renzi, per provare ad intercettare i voti del ceto medio. Di quella middle class stanca di pagare le tasse più alte d'Europa e godere (si fa per dire) dei servizi pubblici peggiori. Scippare voti a Forza Italia, a elettori stanchi delle grida di Meloni e Salvini e delle promesse populistiche difficili da mantenere (come ad esempio il blocco navale).

Il terzo polo però dovrà scontrarsi con una palese evidenza: i pessimi caratteri dei due leader di Azione e Italia Viva. Due prime donne, istrionici, che avranno non poche difficoltà a mettersi a un tavolo e discutere di programmi, eventuali alleanze post voto e, soprattutto, di poltrone e liste elettorali. Calenda parte, sondaggi alla mano, da un evidente vantaggio: il suo 5% gli consente di entrare, anche correndo da solo, in Parlamento senza troppi patemi d'animo. Ragionamento che non vale per il nativo di Rignano, attualmente fermo al 2,7 e, quindi, fuori dai palazzi della politica.

Certo, se i due frontman dovessero mettere da parte i loro atteggiamenti da pavone, la partita del 25 settembre si riaprirebbe. A sinistra, dove il Partito Democratico rischierebbe di perdere non pochi consensi, ma anche a destra. Uno scenario tutto da costruire, con un'ultima, grande incognita: la porta del Pd ai Cinque Stelle è davvero chiusa? Perché, al di là delle dichiarazioni ufficiali, nelle segrete stanze la trattativa per far entrare anche i grillini nel fritto misto prosegue. L'ennesimo, possibile scossone alla più intricata campagna elettorale degli ultimi trent'anni.

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