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Sondaggi politici, i risultati di Azione senza Pd: "Calenda meglio solo che con la sinistra"

Pierpaolo La Rosa
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Quanti consensi acquisterà, o perderà, Carlo Calenda, dopo l'addio all'alleanza col Pd? E un eventuale Terzo polo con Matteo Renzi, quanto potrebbe valere nelle urne? Lo abbiamo chiesto ad alcuni tra i principali esperti di sondaggi. Secondo Antonio Noto, «Calenda non perderà voti, ma li aumenterà, nel senso che l'ex ministro dello Sviluppo, da solo, vale un po' di più rispetto a un'intesa con il Pd. Calenda, da solo, nei sondaggi era al 7%, Calenda insieme al Pd al 5%, al netto di quanto può accadere durante la campagna elettorale. E ricordiamo che sui social gli elettori di Azione non erano certo favorevoli all'accordo con i dem.

Poi, secondo me, correndo da solo Calenda ha tutto da guadagnare, in termini divisibilità sui media, considerata la sua padronanza dei mezzi di comunicazione. Calenda è trasversale, è uno di coloro che può crescere a livello di consensi, anche ai danni del Pd, perché rappresenta una novità nel mercato elettorale rispetto ad altri leader».

Quanto al peso di un ipotetico Terzo polo Calenda-Renzi, Noto osserva: «Non lo sappiamo. Nei nostri sondaggi, tra il 15 e il 18% dell'elettorato si dichiara di centro. Naturalmente, in questa area, oltre a Renzi e Calenda, ci sono anche Maurizio Lupi, Giovanni Toti, Luigi Brugnaro, se guardiamo al centrodestra». Per Luigi Crespi, «dare dei numeri non è serio, ma questa operazione può cambiare, in termini positivi, la carriera politica di Calenda. Dipende da come reagirà il contendente sconfitto, vale a dire Letta, che in questo momento è sotto a un tram. È ancora presto per capire come verrà percepita la mossa del segretario di Azione, se come una decisione astuta nel tentativo di prendere voti o come un cambiamento reale. Bisogna, poi, vedere se lo strappo sia definitivo. Adesso, chiunque dà delle cifre o fa propaganda o dice stupidaggini».

Sui voti potenziali di un eventuale Terzo polo guidato da Calenda e Renzi, Crespi non ha dubbi: «Diciamo che se questi due Gian Burrasca si mettono insieme, e riescono ad andare d'accordo per più di una fase lunare, potrebbero fare qualcosa di interessante perché c'è tutto lo spazio per un'area centrista. C'è da comprendere, insomma, se queste due figure eclettiche ed egoriferite possano appunto andare d'accordo, cosa che ritengo improbabile». «Posso dire che c'è una opportunità, per Calenda, che è quella di presentarsi come più autonomo, sganciato dal centrosinistra e questo gli dà più libertà - sottolinea Lorenzo Pregliasco -. Ma c'è anche un rischio, l'aver disperso un po' del voto potenziale che il segretario di Azione aveva nel momento in cui ha deciso di correre da solo dopo comunque essersi accostato al Pd, sottoscrivendo un accordo».

Quanto al Terzo polo, Pregliasco rileva: «Renzi e Calenda sono due personalità differenti. Se prendiamo i sondaggi precedenti alla svolta del leader di Azione, si arriva a un 5-6%, sommando i voti di Italia viva e appunto di Azione. Questo sulla carta, perché la campagna elettorale produce conseguenze: se verrà, infatti, percepita come una sfida tra due coalizioni, centrodestra e centrosinistra, un eventuale Terzo polo potrebbe essere schiacciato, come è avvenuto tante volte in passato. Non so quanta voglia ci sia nel Paese di avere un Terzo polo centrista con Calenda e Renzi.

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