Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Elezioni politiche 2022, i nomi degli outsider pronti a entrare in lista col centrodestra

Domenico Alcamo
  • a
  • a
  • a

Chissà, può esser vero o no, ma sicuramente è plausibile, quel che molti quotidiani si affollano a scrivere circa i nomi di «outsider» possibilmente coinvolgibili da Fratelli d’Italia nelle sue liste o nella squadra di governo. Ieri, per dire, il Fatto Quotidiano ne annoverava alcuni. Dall’ex magistrato, oggi apprezzatissimo saggista, Carlo Nordio, al direttore d’orchestra Beatrice Venezi e l’imprenditore veneto Matteo Zoppas. Potrebbe verificarsi un ritorno in campo di due pesi massimi della seconda Repubblica, Giulio Tremonti e Marcello Pera. Tutti questi nomi hanno un filo conduttore che li accomuna. Hanno partecipato, in quanto eccellenze del proprio campo, ai momenti programmatici e di elaborazione organizzati negli ultimi anni da Fratelli d’Italia, uno su tutti Atreju, l’evento che tradizionalmente definisce l’agenda e gli orientamenti del partito. Se prendiamo a criterio l’intervento in panel in qualità di esperti che portano il loro know how all’attenzione della classe politica, possiamo teorizzare qualche potenziale nome anche negli altri partiti.

Dunque, provando ad accampare la squadra della Lega, non sarebbe peregrino vedere in lista Gianandrea Gaiani, direttore di «Analisidifesa.it» ed esperto di questioni internazionali, soprattutto di immigrazione e scenari militari. Così come potrebbe essere della partita anche Giuseppe Valditara, già parlamentare del Pdl, che negli ultimi mesi è stato molto impegnato nel tentativo di fornire a Salvini un ventaglio di proposte su svariati temi. Qualche mese fa, per esempio, ha anche organizzato un incontro tra il leader della Lega e alcuni studiosi impegnati nel think tank che coordina, «Lettera 150». Altro nome suggestivo potrebbe essere quello dell’Ammiraglio Nicola De Felice, spesso in prima linea come commentatore delle evoluzioni riguardanti i flussi migratori. E, perché no, anche una figura come Alfredo Mantovano. Fu sottosegretario all’Interno in uno dei governi Berlusconi, oggi guida il centro studi Rosario Livatino, sempre impegnato nel dibattito attorno ai temi etici, in particolare la delicatissima questione del «fine-vita». Considerando poi i temi di alcune battaglie condotte in questi anni sul piano economico-produttivo, probabilmente la Lega potrebbe guardare al bacino di Coldiretti, di cui ha spesso condiviso le istanze, magari a partire proprio dal suo presidente Ettore Prandini. Un nome spesso entrato nel computo dei toto-candidati, anche in passato (ma che torna buono anche oggi) potrebbe essere quello di Paolo Capone, segretario dell’Ugl.

Capitolo Forza Italia. Qui, la situazione è più difficile stante la necessità di dover combinare, il taglio dei parlamentari con una quota di consenso che, nonostante l’ottimismo di Berlusconi, si attesterebbe in una quota inferiore rispetto al 2018 (problema che comunque ha pure la Lega). In questo caso, potrebbero esserci alcuni profili interessanti, specie se consideriamo il mantra spesso evocato da Silvio Berlusconi per creare una nuova classe dirigente, ovvero la provenienza dalla «trincea del lavoro», il novero dell’impresa. Allora attenzione a qualche imprenditrice e manager intervenuta nell’evento l’Italia del futuro alla Mostra d’Oltremare. Tipo Giovanna Di Martino o Carla De Negri. Oltre, anche in questo caso, a qualche nome proveniente dalle associazioni d’impresa.
 

Dai blog