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L'aria che tira, Di Maio non se ne fa una ragione: all'Italia serve ancora Draghi. Umiliato da Calenda, come replica...

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Luigi Di Maio non se ne fa una ragione della caduta del governo di Mario Draghi e del fatto che, dopo il voto del 25 settembre, a Palazzo Chigi non ci sarà ancora l'ex capo della Bce. "Io credo che l’Italia abbia ancora bisogno di Mario Draghi", ha detto il leader di Insieme per il futuro lunedì 25 luglio a L’Aria che tira, su La7. "Ci sono una serie di cose da fare come il cuneo fiscale e il salario minimo", dunque bisogna "costruire un consenso sul solco dell’agenda Draghi. Se poi Draghi vorrà essere ancora presidente del Consiglio..." è il desiderio non nascosto del ministro degli Esteri. 

 

Al centro del dibattito anche i tormenti del Movimento 5 Stelle. Alessandro Di Battista e Beppe Grillo "li vedo un po' nervosi perché hanno capito di aver sfasciato un po' tutto. E ora scaricano la responsabilità su di me", dice l'ex grillino. "Io a Grillo vorrò sempre bene... e poi ricordo che ha detto cose peggiori su Giuseppe Conte", aggiunge Di Maio. "Il nostro sogno era cambiare l’Italia, poi" Dibba e Grillo "sono diventati un’altra cosa. L’M5s ormai è il partito di Conte, un partito padronale, che decide tutto da solo, e che porta questa forza politica a litigare con tutti".

E ancora: "Il partito di Conte - Di Maio non parla più di Movimento 5 Stelle... - è diventato un partito di estrema sinistra", una forza "che sfascia i governi e questo fa di loro degli estremisti: gli italiani dovranno scegliere se stare con gli estremisti o con il buonsenso".

 

Sulla crisi di governo DI Maio ribadisce che "Conte aveva deciso di far cadere questo governo molto tempo fa. Il primo sparo è stato il suo ma la risponsabilità è sua e di Matteo Salvini. Questa estate non avremo un governo, per colpa del loro calo di consenso", ha affermato il leader di Ipf che annuncia: "Ovviamente sarò candidato con tutti coloro che vorranno candidarsi con me per un progetto sul territorio, i giovani e le imprese italiane", Il progetto è tutto daa costruire, secondo gli ultimi sondaggi Di amiao tre da un 2,6 per cento. Il simbolo ancora non c'è: "Nei prossimi giorni avrete tutti i dettagli", spiega. Molto dipenderà dal rebus delle alleanze al centro e a sinistra. 

 

Dialogo con il Pd di Enrico Letta, dunque, ma anche con Carlo Calenda, che oggi ha lanciato una stoccata non da poco: "Di Maio chì?". "Le liste e le coalizioni si presentano tra il 12 e il 14 agosto e ci sarà un dibattito che interesserà tutti". Ma convincerà anche Calenda? "Non si tratta di convincere qualcuno, in questo momento l’unità è un valore", conclude Di Maio. 

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