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Draghi-sindacati, finito l'incontro con il governo: "Interventi urgenti entro luglio". Non c'è più tempo

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Un'ora e mezza di confronto a Palazzo Chigi con la promessa di rivedersi a fine mese, il 26 o il 27, prima di un nuovo decreto aiuti per fronteggiare la corsa dell'inflazione e il caro energia da approvare prima della pausa estiva. Sindacati e governo si rivedono - i leader Landini, Bombardieri e Sbarra da una parte, dall'altra Draghi, Brunetta, Orlando, Giorgetti e Patuanelli - per un incontro che il segretario Cisl definisce "positivo e potenzialmente decisivo" e il numero uno Cgil meno entusiasticamente "senza risposte nel merito, quello che abbiamo portato a casa oggi è un altro incontro".

Il punto, sollecita Bombardieri, è che "non è più il tempo di 'diteci le vostre proposte', il governo deve agire: non possiamo aspettare la legge di bilancio, servono risposte su salari, pensioni, precarietà, politiche energetiche, non è più il momento solo di bonus". Al tavolo, spiega, "abbiamo riconfermato nostre proposte che il governo già conosce a - aggiunge - abbiamo chiesto di detassare gli aumenti contrattuali, la contrattazione di secondo livello, intervenire attraverso il cuneo per aumentare il netto in busta paga a lavoratori e lavoratrici e pensionati, su questo il governo ha preso tempo e ha detto che si svolgerà un confronto l'ultima settimana di luglio con le parti sociali prima del decreto per valutare le misure che saranno prese e soprattutto per valutare le quantità economiche".

Non si è parlato infatti di cifre: assente il ministro dell'Economia Daniele Franco - a Bruxelles per l'Ecofin -la quantificazione del decreto di fine mese non è stata fatta, con i sindacati, Cisl in testa, che chiedono la proroga di misure immediate come i sostegni contro il caro bollette e il bonus 200 euro. "Abbiamo sollecitato un aumento della tassazione sugli extraprofitti delle energetiche - riferisce Sbarra - così come di quelle sulle multinazionali".

In prospettiva è stato chiesto uno scostamento di bilancio entro dicembre - in sostanza, con la manovra - per mettere mano alle grandi questioni come riduzione del cuneo fiscale, detassazione degli aumenti salariali e riforma delle pensioni. Sul salario minimo invece "condividiamo l'impostazione del ministro Orlando di prendere a riferimento i minimi salariali contrattuali - apre Landini - ma serve una legge per cancellare i contratti pirata".

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