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Decreto Aiuti 2022, la Camera approva la fiducia: 410 sì. Ma sul voto al Senato Conte prende tempo

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"Votiamo la fiducia sul dl Aiuti, noi vogliamo collaborare con il governo". Lo aveva annunciato in anticipo Giuseppe Conte, e nell'Aula della Camera praticamente tutti i deputati del M5s seguono la linea dettata dal presidente all'indomani dell'incontro col premier Mario Draghi. Non è ancora il momento di sfilarsi, di imboccare la strada dell'appoggio esterno al governo, caldeggiata ormai da una fronda sempre più ampia del Movimento. In via Campo Marzio si è deciso di attendere, ma non troppo, qualche settimana, entro luglio sono attese le risposte di Palazzo Chigi al documento in nove punti consegnato all'ex numero uno della Bce. "Il Papeete di Conte arriverà prima della pausa estiva", scommette però il leader di Azione, Carlo Calenda. E già la prossima settimana a Palazzo Madama, quando arriverà in Aula il Dl Aiuti, si capirà meglio lo stato dell'arte. Conte non anticipa nulla, prende ancora tempo. "Come ci comporteremo al Senato? Quando ci arriveremo lo saprete", spiega, ben sapendo che l'escamotage della Camera non sarà replicabile.

A Montecitorio infatti il governo incassa la fiducia posta sul decreto Aiuti con 410 voti favorevoli (49 contrari, un solo astenuto) anche grazie al M5s. Sono alla fine 28 (su 103) i grillini che non prendono parte alla votazione perché assenti o in missione. Numero decisamente più basso rispetto a quello fatto registrare al termine della prima chiama, quando la metà del gruppo pentastellato non aveva votato. Lunedì però, quando l'assemblea dovrà esprimersi sul testo del decreto, le cose andranno diversamente. Conte lo fa capire senza troppi giri di parole: "Francamente non abbiamo compreso perché ci sia stata l'ostinazione di inserire una norma del tutto eccentrica che non c'entra nulla con la materia dei sostegni e che riguarda la prospettiva di un inceneritore che è assolutamente obsoleta. È la ragione per cui abbiamo adottato una linea che non può essere quella di condividere il contenuto".

Nel mirino c'è il termovalorizzatore di Roma, e quindi dopo l'astensione dei ministri in Cdm, si prospetta un bis in Aula. "Quando ci vedete fare le battaglie contro l'inceneritore di turno non è solo contro l'impianto, è la logica che è sbagliata - afferma Conte -, è il principio dell'incenerimento indiscriminato dei rifiuti. Noi abbiamo bisogno di recuperare le materie prime". Non solo, "bisogna avere la consapevolezza che il paese è in vera emergenza, serve un grande piano straordinario per famiglie e imprese", evidenzia l'ex premier, tornando sul faccia a faccia di ieri a Chigi: "A Draghi ho rappresentato la necessità di un intervento straordinario oggi, non in autunno". Perché il tempo stringe, anche per il M5s.

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