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Otto e mezzo, Tomaso Montanari a valanga. Minacce contro le liste dei putiniani

Valentina Bertoli
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All’alba di una nuova crisi diplomatica tra l’Italia e la Russia, Tomaso Montanari, storico dell’arte e accademico, ospite a “Otto e mezzo”, assume una postura rigida rispetto all’indagine del Copasir sulla presunta propaganda filorussa dei media italiani: “Le liste di proscrizione sono un pessimo segnale. Se mi avessero inserito tra i putiniani, li avrei querelati”.

 

 

 

 

Dopo 103 giorni di un conflitto logorante tanto sul campo di combattimento quanto su quello propagandistico (la guerra portata avanti dal Cremlino in territorio ucraino), Giovanni Floris, temporaneamente alla conduzione del programma quotidiano di LA7, propone una ricostruzione chiara e sintetica delle vicende che stanno mettendo in discussione uno dei valori fondanti della democrazia italiana: la libertà di espressione. Il Comitato per la Sicurezza della Repubblica ha infatti fatto chiarezza sull’attiva propaganda pro-Putin che giornalisti e politici italiani avrebbero messo in piedi per condizionare l’opinione pubblica, individuando i nomi di chi avrebbe corrotto la libera circolazione delle idee. “Le liste di proscrizione sono un pessimo segnale. Abbiamo bisogno di informazioni, di analisi approfondite. Individuare i putiniani rappresenta  i valori occidentali di cui ci sciacquiamo la bocca? C’è un grande polverone, c’è tanta ambiguità e non fa onore alla democrazia italiana” è stato netto Montanari, chiamato ad esprimersi sul tema nel corso della puntata del 6 giugno. Dopo aver citato George Orwell, ha aggiunto: “Quando la retorica del nemico  inizia a prendere la nostra democrazia, è allarmante”. Il saggista ha allora fatto il punto sulla possibilità, per i giornalisti occidentali, di intervistare la controparte russa: “È un bene poter ascoltare diverse prospettive, ma bisogna fare attenzione. La Russia non conosce la libertà, è vero. Non è bene cadere in una superiorità sistemica, però. Nessuno ci assicura i valori democratici”. Il professore Montanari non ha usato eufemismi sulla mossa del Copasir e sulla pretesa di preservare l’autonomia editoriale e informativa: “Se mi avessero inserito nella lista, li avrei querelati”.

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