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Draghi re del voto di fiducia, Giorgia Meloni all'attacco: "Prima vanno a casa e meglio è per l'Italia"

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Draghi re del voto di fiducia: in un anno e tre mesi già 51 provvedimenti blindati in Parlamento. Esattamente come ai tempi del governo tecnico di Mario Monti ma in meno tempo. E la tensione nell'esecutivo di SuperMario è ormai palpabile: il premier scrive anche al presidente del Senato per velocizzare il ddl Concorrenza: "Rapida approvazione entro maggio o niente Pnrr".

"La responsabilità la sento molto. E questo è parte della serietà" dichiara il premier incontrando gli studenti della scuola media "Dante Alighieri" di Sommacampagna, in provincia di Verona. Ma è come se si rivolgesse alle forze politiche della sua maggioranza. "Guidare un Paese in un momento difficile è responsabilità. Ma la responsabilità è anche agire, fare le cose". All’indomani della sortita in Consiglio dei ministri sul il presidente del Consiglio sembra dare l’intepretazione autentica del suo ultimatum, con cui ha imposto la fiducia entro maggio su una delle riforme fondamentali per non mettere a rischio il Pnrr. 

E il  messaggio sembra essere arrivato, soprattutto ai partiti del centrodestra di governo che si oppongono alla messa a bando delle concessioni balneari entro il 2023.  Sembrano confermarlo i toni concilianti del leader della Lega, Matteo Salvini. "Credo che l'accordo sui balneari sia a portata di mano, così come per il catasto. Lo troveremo anche senza porre la fiducia", afferma, pur dicendosi “stupito” per “il Consiglio dei ministri convocato all'improvviso”. In ogni caso, "non penso che il governo rischi, né per le spiagge né per il termovalorizzatore di Roma". Anche il leader Forza Italia, Silvio Berlusconi, a Napoli per la convention nazionale del partito a cui interverrà domani, spera in un accordo, “perché dobbiamo innanzitutto proteggere gli imprenditori che, partecipando alle gare, dovessero perdere. Bisogna calcolare il valore della loro azienda e rimborsarli del valore che perdono. Noi volevamo un po' più di tempo, ma va bene. Abbiamo giorni sufficienti, se dall'altra parte ci sarà razionalità e buon senso per fare tutto entro la fine di maggio". Non rinuncia invece all’attacco la presidente di Fdi, Giorgia Meloni: "Un governo litigioso e diviso su tutto, che va avanti solo a colpi di fiducia. Nonostante la larga maggioranza, continuano a mortificare il Parlamento e la democrazia. Prima vanno a casa e meglio è per l’Italia".

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