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Dritto e rovescio, Conte: Draghi e Guerini vengano in Parlamento. Armi all'Ucraina e rischio escalation

Federica Pascale
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“Si parla molto di armi, noi siamo contrari come Movimento 5 Stelle all’invio di armi sempre più letali e che possano aggravare l’escalation militare.” È questo il mantra di Giuseppe Conte in queste settimane, ripetuto ogni qualvolta si sia espresso sul conflitto in corso in Ucraina, invasa dalle truppe russe di Vladimir Putin. Durante la puntata di giovedì 5 maggio di Dritto e Rovescio, il talk show politico in onda su Rete4, il leader del Movimento 5 Stelle ha ribadito la posizione già espressa in precedenza ma ha anche sottolineato l’importanza dell’Italia sullo scacchiere internazionale.

 

Secondo Conte, urge definire l’indirizzo politico del nostro Paese: “Abbiamo bisogno di avere un indirizzo politico, questo è il vero tema. L’Italia sta partecipando nel quadro di alleanze agli aiuti ma vogliamo sapere con quali finalità e quali sono le posizioni che l’Italia fa valere con i propri alleati.” "L’espressione del ministro della Difesa Guerini sull’invio di armi l’ho appresa da poco e appena l’ho letta mi ha molto preoccupato però vorrei dargli atto che in parte l’ha corretta. Così come è stata diffusa, quella dichiarazione significa che siamo disponibili anche a distruggere le postazioni russe in territorio russo, disponibili ad assecondare una escalation militare ma il Ministro ha precisato che non era quello che intendeva". 

 

Il conduttore Paolo Del Debbio chiede all’ex premier di commentare la linea politica italiana, e di precisare se, secondo lui, questa sia condivisa o meno dal Parlamento: “Stiamo invocando da giorni che il Premier Draghi, in particolare, oltre al ministro della Difesa, vengano in Parlamento e si confrontino in aula dove i rappresentanti del popolo possono esercitare i loro poteri di controllo. Si tratta di mettere nero su bianco dei passaggi, consegnarli alla chiarezza del confronto e del dibattito anche pubblico, chiarire le posizioni”.

 

Oltre alla richiesta di chiarezza circa le intenzioni dell’esecutivo, il leader pentastellato evidenzia l’impellenza di adottare una linea chiara che sia percepita come tale all’estero, cosicché l’Italia possa giocare il ruolo che la circostanza richiede, ossia quella di mediatore. “Mi domando se stiamo sentendo parlare di negoziati, se ce ne sono in corso, se c’è l’impegno necessario costante per raggiungere l’obiettivo della soluzione politica” conclude Conte.

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