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La Lancia Flaminia a Fiumicino simbolo di un'Italia svenduta agli stranieri

Gianluigi Paragone
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All'ingresso dell'aeroporto di Fiumicino fa bella mostra una Lancia Flaminia bel protetta da un cordolo che delimita una festa di compleanno che sa di antico. Molto antico. Quella Flaminia è infatti uno dei ricordi commemorativi del 170esimo di fondazione della Polizia di Stato. Di fronte a quella vettura mi sono fermato un momento e ho scattato una foto da conservare e condividere. Come me lo hanno fatto tanti viaggiatori di ogni età. Anche diversi ragazzini «turisti» di un tempo che non hanno vissuto. Quella foto in fondo simboleggia non solo un frame della storia della Polizia di Stato ma è un vero e proprio viaggio nel tempo, un tempo perduto. Finanche tradito. Nella esibizione di una vettura storica c'è il paradosso di un compleanno che sa di beffa. Non c'è più nulla infatti fuori dal cordolo che protegge e delimita l'auto che fu dei sogni. Quella Flaminia è una nonna che racconta.

 

 

Racconta di quando si poteva ancora sognare un benessere, perché c'era lavoro e gli imprenditori costruivano il Made in Italy. Racconta di una gloriosa industria automobilistica - la Lancia - che di acquisizione in acquisizione è finita nelle mani di un gruppo francese, «tradita» da una dinastia che poco tempo fa già prese armi e bagagli per trasferirsi all'estero per potersi agevolare di vantaggi fiscali dopo che gli italiani per decenni e decenni l'hanno sostenuta contribuendo al finanziamento delle fabbriche ma anche delle casse integrazioni. Racconta di una polizia che non può nemmeno più inseguire i banditi che non si fermano ai posti di blocco perché questo è l'effetto della sclerosi burocratica e amministrativa di un ministero retto da una prefetta che non sa ascoltare e nemmeno sa agire. La polizia di Stato doveva arrivare a festeggiare i suoi 170 anni per essere svuotata: se prende i ladri, qualcuno li scarcera; se prende gli immigrati irregolari che fanno casino (se va bene) o delinquono tra spaccio e violenza vari, viene accusata di essere razzista; se fa ronde, presidi, pattugliamenti o altro si deve arrendere per mancanza di uomini e donne di turno, per mancanza di benzina per le macchine e per carenza di strumenti di servizio. Così, alla fine ai poliziotti italiani viene demandato il compito di controllare i green pass o schierarsi contro lavoratori e studenti che protestano per rivendicare diritti sacrosanti.

 

 

 

Quella Flaminia esposta a Fiumicino racconta poi di un aeroporto controllato da Atlantia, una società dove convergono importanti interessi della famiglia Benetton, la stessa famiglia a cui cedettero in concessione le autostrade perché c'era da privatizzare per fare cassa (e poi s' è visto a Genova quanto le privatizzazioni hanno dimostrato il bluff); un aeroporto dove vola ciò che resta di una compagnia che fu di bandiera e della quale attualmente si stanno decidendo le sorti a prescindere dalle ricadute occupazionali. Quella Flaminia infine racconta di uno Stato che a pensarci bene si sono portati via, che si sono mangiato, svenduto, tradito, regalato. A chi non vuole il bene dei cittadini italiani. Sul cui tavolo finisce sempre qualsiasi conto.

 

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