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Mario Draghi è uno dei maggiori esponenti della sinistra italiana

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Hoara Borselli
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Vogliamo sgombrare il campo dall’ipocrisia? Draghi è uno dei maggiori esponenti della sinistra italiana. Niente di male. La sinistra è una delle componenti della politica, ha pieno diritto a governare e di farsi dirigere da chi vuole. Tutto giusto, o quasi. Quasi perché Draghi lo scranno di Palazzo Chigi non se lo è guadagnato con il consenso degli italiani. Non ci sono state elezioni che hanno consegnato lo scettro della vittoria alla sinistra, e l’hanno legittimata a piazzare un Presidente del Consiglio affine all’ideologia rossa.

No: Draghi è stato messo alla guida di un governo di Unità Nazionale, come tecnocrate super partes. Così c’era stato raccontato. A distanza di un anno abbiamo capito che anche i Santi, dall’appellativo “Santo Draghi”, possono essere di parte. Diciamo la verità. Draghi vuole assolutamente riformare il catasto. Cioè aumentare il valore ufficiale delle case ai fini fiscali. Cosa significa questo? Che tra qualche anno, non molti, probabilmente nel 2026, le tasse sulle case, o almeno su moltissime case, saranno notevolmente aumentate. Chi oggi è possessore di un immobile, cioè la grandissima parte del ceto medio, verrà notevolmente impoverito da questo provvedimento. Perché Draghi vuole aumentare questa tassa, ed eventualmente introdurre anche una patrimoniale? Lui dice, per affermare la giustizia sociale.

Lo stesso Draghi avrebbe potuto eliminare la più grande follia realizzata tre anni fa dal governo gialloverde. Cioè il reddito di cittadinanza. Quella misura assistenziale che finanzia chiunque non abbia voglia di lavorare, e lo fa con i soldi dello Stato. Cioè i nostri. Ma ha chiaramente detto che non la abolirà. Perché? Lui dice per affermare la giustizia sociale. Sempre lui, che avrebbe la possibilità mettere un freno all’immigrazione irregolare che arriva tutti i giorni dal mare, con numeri in crescita esponenziale, non fa niente. Pensa che non è il caso di intervenire. Perché? Lui dice, per affermare la giustizia sociale.

Chi meglio di lui potrebbe approfittare della pandemia per imporre delle idee liberali? Spiegare ai cittadini che lo Stato non è oppressore. Che la libertà è sacra. Che la Costituzione vale. Invece no, preferisce uno Stato che opprime, che tiene i cittadini come sudditi, che non esagera in liberalismo. Perché? Per affermare la giustizia sociale.

Nessuno come lui potrebbe intervenire per affrontare i problemi di ordine pubblico, specialmente nelle grandi città come Roma, Milano, Torino, diventate Bronx anni ottanta. Potrebbe cercare di risolvere le derive di illegalità e violenza nelle strade, nelle periferie, nelle stazioni. Potrebbe affrontare la piaga dilagante delle babygang. Però non lo fa. Alza le spalle. Perché? Draghi dice: per ragioni di giustizia sociale. Ma cos’è questa giustizia sociale? E’ la frase fatta che da un secolo almeno risolve tutti i problemi ideologici della sinistra. E permette di relegare la libertà nello stanzino. In attesa di tempi migliori. Ci è stato presentato come un tecnico. Ci è stato detto che è un liberale puro. Ci è stato spiegato che lui e solo lui può tenere insieme centrodestra, centrosinistra e 5 Stelle, perché la sua posizione politica moderata è una garanzia. Insieme alla sua competenza. Passi per la competenza.

Ma la sua posizione moderata dove l’avete vista? Mario ha studiato in una scuola cattolicissima di gesuiti. Piuttosto di sinistra. Il suo insegnate alle medie si chiamava Alfonso Caffè . Poi all’università diventò allievo del fratello di Alfonso, Federico. Grande economista. Beh, Federico Caffè era un socialista di sinistra, molto keynesiano, che scriveva sul manifesto e sull’Unità. Tutto converge palesemente a sinistra. Vogliamo quindi sgombrare il campo dall’ipocrisia e dire la verità? Il Kompagno Draghi è il vero capo della sinistra italiana.

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