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Le nuove tasse della sinistra sul catasto passano per un voto, il centrodestra insorge

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Si spacca la maggioranza del governo sulla riforma del catasto. Bocciato l'emendamento soppressivo del provvedimento presentato dal centrodestra in commissione Finanze alla Camera, con FI, Lega e Fdi che hanno votato a favore: i voti contrari sono stati 22, i favorevoli 23. La riforma voluta dal governo è salva per un voto.

"Il centrodestra ha appena tentato di far cadere il governo Draghi sul riordino del catasto. Non vi è riuscito per un soffio. Abbiamo tenuto. Sembra una fake news, in uno dei giorni più drammatici della nostra storia recente. Purtroppo è una notizia vera. Sono senza parole", scrive  il segretario del Pd, Enrico Letta.  La risposta di Lega e Forza Italia è immediata: "Con i costi dell'energia alle stelle e l'inflazione ai massimi storici, la sinistra impone al governo di aumentare le tasse sulla casa".

 

"La bocciatura dell’emendamento per stralciare la riforma del catasto dalla delega fiscale è l’ennesimo segnale che questo è un Governo a traino Pd che non può fare gli interessi degli italiani. Surreale che dopo due anni di pandemia e durante una crisi internazionale potenzialmente devastante l’Esecutivo pensi a stangare gli italiani colpendo la loro proprietà. La riforma del catasto è una patrimoniale nascosta e uno dei pilastri del centrodestra è sempre stato quello di essere fermamente contrari ad un provvedimento simile. Nessuna deroga a questo principio. Fratelli d’Italia non cambia idea e chiede coerenza a chi ha preso insieme a noi un impegno preciso con i cittadini: votiamo no alla delega fiscale". Lo dichiara il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

Forza Italia poco prima del voto aveva parlato di "menzogne della Sinistra sul catasto". E un «esterrefatto» Matteo Salvini ha chiesto un appuntamento al Presidente del Consiglio Mario Draghi. «Non mi spiego l’insistenza di queste ore sulla revisione del catasto e il conseguente, negativo segnale di un futuro aumento di tasse», ha spiegato il leader della Lega al premier dopo le tensioni delle ultime ore nella maggioranza. Abbiamo «una folle guerra alle porte dell’Europa, per fermare la quale ti abbiamo dato piena fiducia» ha aggiunto Salvini per motivare la propria sorpresa. E, riferiscono fonti della Lega, ha ricordato altri problemi sul tavolo: «le bollette, l’inflazione, la crisi economica e sociale alle porte, il Covid e milioni di italiani bloccati dalle restrizioni».

 Il no alle nuove tasse è un punto fermo e qualificante per Forza Italia. Silvio Berlusconi non arretra. Lo avrebbe ribadito, a quanto si apprende, nel corso della telefonata oggi con il premier Mario Draghi. Il Cav avrebbe ricordato di essere stato lui a togliere l’Imu e di essersi sempre impegnato a diminuire la tassa sulla casa. Berlusconi, riferiscono fonti azzurre, ha sostenuto la proposta di mediazione con le altre forze politiche, firmata da tutto centrodestra, che evitava l’aumento delle tasse. Questo testo non è stato esaminato a causa della contrarietà della sinistra che, secondo Berlusconi, si conferma «il partito delle tasse». 

 

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