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Putin peggio di un animale, Di Maio figuraccia per l'Italia

Hoara Borselli
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Nel programma “Di Martedi”, condotto da Giovanni Floris su La7, è accaduto questo. Il conduttore si rivolge al ministro: “In Italia un proverbio popolare dice che quando picchi il cane devi lasciarti la porta della stalla aperta, perché devi dargli la possibilità di scappare, quale possibilità viene offerta a Putin?”. Risponde il ministro :”Io sono animalista e penso che tra Putin e qualsiasi animale c’è un abisso, sicuramente quello atroce è lui”. Silenzio. Una dichiarazione così, soprattutto se pronunciata da chi ha il peso e la responsabilità per negoziare la pace, è un macigno. No, no: non mi dite che è solo una boutade. Passino le difficoltà di Di Maio a posizionare Matera su una carta geografica o a ricordare il nome del presidente cinese che ha ribattezzato “Ping”. Ma questa, non ce ne voglia il giovane ministro, è stata davvero imperdonabile. Espressione di una volgarità che ferisce a morte il prestigio dell’Italia.

 

 

 

 

 

Diciamo la verità e cerchiamo per un solo secondo di sgomberare il campo dall’ipocrisia e dal buonismo. Con un conflitto in corso, che non è circoscritto ai soli confini dove si sta combattendo e che sta stravolgendo gli equilibri geopolitici europei, che richiede massima capacità e diplomazia per convincere chi oggi bombarda, uccide, conquista, che la guerra non è la soluzione migliore, viene da chiedersi se abbiamo un Ministro degli Esteri all’altezza del ruolo che riveste. Anzi: viene da chiedersi se abbiamo un ministro degli Esteri.

La mia mente allora torna sui banchi di scuola, a quella materia, storia, che il mio professore, tanto burbero nelle sue piccole spalle strette, mi fece amare fin dal primo momento. La storia non è una sequela di date da imparare a memoria ci ricordava.Storia, appunto, storia recente: leggo il nome di Di Maio e mi vengono in mente i nomi di De Gasperi, Nenni, Sforza, Fanfani, Segni, Moro, Andreotti, De Michelis. Erano questi i predecessori di Di Maio. Il nanetto e i giganti. È nostro dovere difendere e proteggere il nostro Ministro, direte voi!! Della serie, gli altri possono pure dire (e per altri intendiamo il Ministro degli Esteri russo Lavrov, non uno qualunque) “I partner occidentali devono imparare a usare la diplomazia in modo professionale”, oppure che “la diplomazia è stata creata per risolvere situazioni di conflitto e alleviare la tensione, e non per viaggi a vuoto in giro per i Paesi e degustare piatti esotici a ricevimenti di gala”, però noi dobbiamo alzare un muro granitico di difesa verso il nostro rappresentante politico.

Con tutto l’impegno possibile, se in passato ho fatto finta di ignorare le dichiarazioni del ministro, non alimentando le forche caudine delle penne che non si sono fatte sfuggire l’occasione per rimarcare le figuraccee rimediate dal Luigi nazionale, oggi mi perdonerete ma questa non posso farla passare. Dicono gli americani: “Right or Wrong, is my Country”. Già, è la mia patria. Già, facile per gli americani dire così. Loro non hanno mai avuto un Di Maio alla segreteria di Stato….

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