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Governo, asse Letta-Giorgetti per blindare Draghi. La tregua con i partiti

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Delega fiscale, concorrenza e codice appalti. Saranno questi i prossimi provvedimenti su cui si misurerà il cambio di metodo richiesto a Mario Draghi dalle forze politiche, dopo la strigliata ai capi delegazione fatta dal presidente del Consiglio giovedì sera a palazzo Chigi. I partiti vogliono un maggior coinvolgimento per quel che riguarda l'azione e i provvedimenti del Governo, mentre il premier non intende più assistere a episodi come quelli avvenuti col Dl Milleproroghe. A cominciare proprio dalla riforma del fisco, bloccata in commissione alla Camera, e su cui l'ex numero uno della Bce è stato già abbastanza chiaro: "E' stata approvata all'unanimità, ora è difficile cambiarla".

A sposare convintamente la linea adottata dal presidente del Consiglio c'è in primis il segretario del Pd, Enrico Letta, che, intervenendo al primo congresso di Azione, è netto. "Se la strigliata di Draghi ai partiti è servita? Credo che abbia fatto assolutamente bene e lo invito ad essere molto determinato - le parole dem -. Voglio dirlo con grande chiarezza: noi dobbiamo ora e nei prossimi mesi portare avanti per il bene del Paese l'azione riformatrice del governo. Dobbiamo farlo senza nessuna ambiguità".

Insomma, per Letta l'operato dell'esecutivo non deve conoscere interruzioni, deve completare il suo programma. Anche perché in ballo c'è sempre il Pnrr. E quindi, sottolinea, "credo abbia fatto bene il premier a mettere in chiaro come questa coalizione deve lavorare. Noi vogliamo lavorare secondo le indicazioni che lui ha dato, è l'impegno che ci prendiamo e vorremmo che tutti gli altri facessero lo stesso".

Nello specifico, le indicazioni di cui parla Letta sono quelle che fanno riferimento al 'nuovo' approccio. "Credo sia molto importante che come metodo ci si dia quello dei temi non negoziabili e dei temi negoziabili - spiega il leader dem, che lunedì riunirà la direzione del partito al Nazareno -. Cioè ci sono delle questioni non negoziabili, sulle quali il governo ritiene che debba porre la questione di fiducia, ed è importante che venga posto subito questo elemento di chiarezza. E poi ci sono le questioni sulle quali si discute, si negozia in Parlamento". "Quello che non è capitato nelle settimane e nei mesi scorsi credo che oggi debba diventare metodo di lavoro - afferma -, cioè questa distinzione molto chiara in modo tale che ci sia la capacità delle forze politiche poi di essere in grado di interagire". Per Letta, quindi, "il determinato sostegno a questo metodo è la modalità con cui abbiamo intenzione di completare la legislatura, e di completarla con il successo che è necessario. Quindi bene Draghi e bene il metodo che da oggi in poi mette in campo. Noi ci siamo".

E di sicuro c'è anche Giancarlo Giorgetti, fermamente convinto che le impegnative sfide con cui prossimamente dovrà fare i conti l'Italia "impongono un governo che non solo possa, ma che sappia decidere". "Che sappia lavorare e prendere decisioni con la logica dell'investimento, che non è una logica del breve periodo, del tornaconto semplicemente elettorale - ricorda intervenendo in videocollegamento al congresso del partito di Carlo Calenda -. È la logica dell'interesse generale del Paese, che esige cambiamento e riforme". Senza più incidenti di percorso. "Non sono così stupido da non aver colto quella sorta di tensione latente che c'è tra il Parlamento e il governo - confessa -. Il Parlamento progressivamente in tutti questi anni è stato via via sempre più escluso dal punto di vista decisionale, ma tutto questo deve cambiare".

A tornare sui "momenti difficili" vissuti con il passaggio parlamentare del Milleproroghe è poi il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, il quale non può che riconoscere il fatto che "ogni volta che il governo va sotto in una Commissione chiaramente si verifica una forte tensione tra l'esecutivo e il potere legislativo. Adesso però è il momento del rilancio e della responsabilità da parte di tutti". E di allargare il più possibile il confronto. "Ho apprezzato che ci sia stato subito l'incontro tra i capidelegazione e Draghi però - conclude l'esponente 5Stelle - oltre a questo io credo che sia importante anche continuare l'interlocuzione con i presidenti dei gruppi parlamentari, che sono l'espressione dei colleghi parlamentari e sapranno sicuramente aiutarci maggiormente per avere il massimo confronto in Parlamento, garantendo tempi certi e la giusta e corretta formulazione dei provvedimenti".

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