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Approvata dal Governo la riforma sulle concessioni balneari. Gare pubbliche entro il 2023

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato sia l’emendamento sui balneari al ddl concorrenza, sia il disegno di legge delega all’unanimità. «Ci siamo battuti per un principio sacrosanto: le spiagge e gli arenili sono beni pubblici e come tali vanno trattati. Per questo siamo soddisfatti per il testo uscito oggi dal Consiglio dei ministri che va a regolamentare il settore dei balneari sancendo il principio di assegnazione tramite gare pubbliche e ponendo, così, fine ad annosi privilegi e a una situazione svantaggiosa per i cittadini, l’ambiente e gli imprenditori stessi del comparto». Così le deputate e i deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Politiche Ue.

«A supporto di questa posizione - aggiungono gli onorevoli grillini - c’è una sentenza del Consiglio di Stato che parla di assegnazioni con bandi pubblici entro il 31 dicembre 2023. A schierarsi contro qualsiasi principio costituzionale e a tale sentenza, non può che esserci una destra pronta a flirtare con le lobby e a tutelare i privilegi dei pochi a scapito dei cittadini e degli imprenditori onesti. Ma adesso basta propaganda e si lavori subito sui decreti attuativi. È indispensabile studiare un sistema di gare pubbliche che prevedano clausole di premialità a favore delle imprese concessionarie virtuose, ossia in regola con i pagamenti e nei rapporti con lo Stato, e il diritto di indennizzi a carico del subentrante per le perdite di mancato ammortamento e di avviamento, da determinare con definiti indicatori economici».

«Sorprendente con quanta superficialità ma determinazione il Governo Draghi, al posto di affrontare temi importanti per il Paese per risolvere i problemi che realmente vivono le famiglie e le imprese italiane, anche alla luce della crisi internazionale Ucraina e della pandemia, abbia dedicato energie, tempo e risorse per mandare in rovina 30mila aziende italiane e le loro famiglie, aprendo la possibilità a grossi gruppi dì investitori soprattutto stranieri, dì impossessarsi di un bene strategico irrinunciabile quali le coste italiane, confini del nostro Parse - commenta Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari - Siamo increduli davanti a tutto ciò perché pensavamo che il Governo avesse il compito dì proteggere e tutelare le proprie risorse e le proprie imprese, soprattutto in un momento dì gravissima difficoltà economica. Si permetterà così dì aprire il mercato agli stranieri, ma invece agli italiani non sarà permesso dì fare lo stesso negli altri paesi. Il Prof Draghi, che conosce bene le regole europee ci dovrebbe spiegare dov’é la reciprocità del rispetto delle norme con gli altri stati europei! Questi sarebbero i principi su cui si basa la concorrenza?».

«La riforma del settore delle concessioni balneari è un atto necessario per consentire allo Stato di recuperare il controllo di beni demaniali e di assegnarle in base a procedure competitive e trasparenti», così Riccardo Magi, deputato e presidente di Più Europa. «In questa legislatura almeno in quattro occasioni ho presentato emendamenti per cambiare le norme italiane sulle concessioni balneari esattamente nella direzione in cui va la norma approvata oggi dal Consiglio dei Ministri, purtroppo sempre bocciati quasi all’unanimità. Chi difendere ancora un regime illegittimo si assume la responsabilità di gettare un intero settore nell’incertezza normativa e di far pagare a tutti gli italiani il senso di questa irresponsabilità», conclude Magi.

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