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Mattarella bis tra gli applausi bipartisan: il giuramento alla Camera e la bacchettata al governo

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Dall’entusiasmo di Silvio Berlusconi alle “bacchettate” per Draghi intraviste da Giorgia Meloni. Dai partiti e protagonisti della politica arriva un quasi unanime plauso alle parole di Sergio Mattarella, nel messaggio alle Camere dopo il giuramento che dà il via al suo secondo settennato. "Il capo dello Stato ha pronunciato un discorso ineccepibile, che ci rafforza nella convinzione di aver ben agito chiedendo per primi la riconferma del presidente Mattarella”, verga il fondatore di Forza Italia in una nota. Sottolineando che la “generosa disponibilità” dell’inquilino del Colle “garantisce la necessaria stabilità all'Italia, in Europa e nell'Occidente, in un momento difficile nello scenario internazionale e per il futuro stesso della nostra democrazia”.

“Le ‘disuguaglianze non sono il prezzo da pagare alla crescita. Sono il freno alla crescita reale’. La frase più forte”, twitta il segretario del Pd, Enrico Letta, che definisce quello di Mattarella “Il discorso della dignità”. Poche parole, ma tutte positive, da Matteo Renzi: “Grande discorso, specie sulla giustizia. Viva l’Italia”, scrive sui social il leader di Iv. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, sottolinea tra le “parole di saggezza e speranza” del presidente della Repubblica “la sua autorevole e preziosa vicinanza alle nostre Forze Armate”. Mentre il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, riportando alcuni passaggi del messaggio alle Camere, commenta: “Continuiamo a costruire, per un Paese che merita il massimo sforzo politico e istituzionale. Buon lavoro, presidente”.

Restando in casa Cinquestelle, per Giuseppe Conte “le parole del capo dello Stato sui giovani, sulla lotta alla precarietà e la tutela dell'ambiente rappresentano la bussola per continuare a costruire una società più giusta, più inclusiva e più equa”. Il presidente del Movimento manifesta “grande apprezzamento per un discorso plasmato da sincero realismo e dalla volontà di rassicurare un Paese che vuole uscire da incertezza e preoccupazione”, dando “nuovamente dato prova della sua alta statura morale, del suo senso dello Stato e della sua incrollabile devozione verso le istituzioni e il bene comune”. Come Conte, anche Matteo Salvini non ha potuto ascoltare Mattarella dall’aula, anche se a differenza dell’ex premier, che non è parlamentare, il leader della Lega è bloccato a casa dal Covid, ma commenta: “Applausi convinti e condivisibili da parte di tutto il Parlamento al bellissimo discorso del rieletto presidente Mattarella. Ho applaudito convinto, il discorso in generale ed alcuni passaggi (come quelli sulla necessità di una profonda riforma della giustizia) in particolare”.

Giorgia Meloni, poi, pur avendo “condiviso diversi passaggi” del discorso, non modifica il giudizio sulla sua elezione. La presidente di FdI plaude “sulle diseguaglianze, le donne, i giovani, la sicurezza sul lavoro ma soprattutto i passaggi più convincenti sono quello contro le correnti del Csm, la bacchettata al Governo Draghi per i mancati diritti del Parlamento e segnatamente i diritti delle opposizioni, questo non lo ha detto ma io lo interpreto così”. Ma non rinuncia a tirare una stoccatina, usando il sarcasmo: “Lo considero in significativa discontinuità con il presidente precedente”.

Il giudizio generale, dunque, è positivo. Che poi è il mood registrato in Transatlantico, alla Camera, al termine della seduta. “Discorso bellissimo, soprattutto mi è piaciuta la parte su cui si è soffermato: la centralità del Parlamento e sul rapporto dei poteri dello Stato, con la magistratura in particolare. Il tema giustizia visto dalla parte del cittadino e il tema di ribadire la centralità del Parlamento”, commenta a caldo Pier Ferdinando Casini, applaudito dall’aula al suo ingresso. Sul suo nome si erano spese diverse forze politiche, poi però la partita sul Colle è finita diversamente. Ma l’ex presidente della Camera, come quasi tutti i suoi colleghi, alla fine della partita quirinalizia ne escono felici e soddisfatti.

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