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È lo stato d'emergenza l'unico vincitore della corsa al Colle

Hoara Borselli
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Chi alla fine ha realmente vinto la partita quirinalizia? Accertato senza grande fatica che la maggior parte dei partiti ne siano usciti con le ossa rotte, un trionfatore c’è e da questa rocambolesca elezione ne è uscito consolidato. E’ lo stato di emergenza, o meglio la sua cristallizzazione.

Voglio rinfrescarvi la memoria con le parole che il neo rieletto Presidente Sergio Mattarella pronuncio’ durante il discorso di Natale che rivolse a reti unificate agli italiani, quegli stessi che nel giro di poche settimane hanno dovuto prendere rapidamente coscienza che quel saluto da essere un commiato, altro non era che un arrivederci al prossimo.

Parlando della pandemia e delle misure draconiane attuate per contrastarla, nel cercare di far digerire insieme al panettone presente sulle tavole le privazioni di libertà che da due anni ci troviamo a dover accettare come buone e giuste, disse: “La normalità che ad oggi siamo riusciti a riconquistare è diversa da quella che conoscevamo e la normalità che perseguiamo non sarà comunque il ritorno al mondo di prima”.

In sostanza il Mattarella bis non è altro che l’emblema di questa nuova normalità che è stata accolta fra scroscianti applausi. Una nuova normalità dove da oggi per andare a ritirare un bollettino in posta, disporre un bonifico in banca o semplicemente andare a tagliarsi la zazzera dal barbiere, sarà necessario scansionare il lasciapassare verde.
Quello strumento applaudito ed osannato, efficace solo a complicare la vita degli italiani in un gioco al massacro che tiene in ostaggio in egual misura non vaccinati e vaccinati.

I primi perché esclusi come dei reietti dalla vita sociale, e i secondi imprigionati nella babele di norme burocratiche che sembra un sudoku dove vince chi ne uscirà sano di mente. Non serve essere plurilaureati per decifrare i dati relativi al numero di contagi da Ottobre ad oggi per accorgerci che il Greenpass, in tutte le sue declinazioni, da semplice a rinforzato, a Mega, non sia servito alla causa  per cui è stato messo in campo, bensì sia solo uno strumento di controllo sociale. Lo spartiacque fra i buoni e cattivi, gli accettati e gli esclusi, gli obbedienti e i sovversivi, i coscienziosi e gli irresponsabili.

L’authcode che come un semaforo decide chi può circolare e chi invece deve stare fermo al palo. Il tutto a scapito di quella libertà individuale che da diritto fondamentale è stato relegato ad essere una concessione che ci si deve guadagnare.

Nel CDM lampo di lunedì 31 Gennaio si è deciso di allungare ancora per una decina di giorni l’utilizzo della mascherina all’aperto. Verrebbe da chiedersi se fosse necessario riunire i migliori per partorire questa “vitale”proroga, ma la cosa che fa sorridere è come il Ministro Marta Cartabia avesse battezzato l’incontro. “Segnale di una ripartenza”. Non male come segnale.

Soprattutto se si pensa che hanno rinnovato il prossimo incontro fra una decina di giorni per varare altre norme. E via così, una normalità fatta di regole che cambiano di settimana in settimana, dove ciò che accadrà domani sarà sempre diverso da ciò che c’era ieri.

Imprigionati in questa burocrazia pandemica  dove tutto diventa precario e l’incertezza la fa da padrone, si ha paura anche a concedersi una cena ad un ristorante perché questo le città ci raccontano. Strade deserte, locali vuoti, alberghi che chiudono.

Eppure siamo quasi tutti vaccinati, eppure le curve scendono e gli ospedali non sono al collasso. Se nonostante l’illusoria narrazione di una forte ripartenza e la vita reale ci restituisce una verità tangibile con i nostri occhi, qualcosa non solo non è funzionato, ma sta continuando a non funzionare. Se la nuova normalità paventata dal Presidente Mattarella deve avere come condizione determinante lo spettro della paura e dell’incertezza, ci ritroveremo tutti ad essere degli automi,impoveriti e pazzi.

Anche se per la pazzia ci ha pensato la Confcommercio Roma  che ha messo in campo uno sportello psicologico: ‘’Mi reinvento’’, per sostenere gli associati colpiti dalla crisi e  che sono stati costretti a chiudere i battenti. Avete ben capito. Invece di sostenere le aziende e le piccole realtà commerciali si è ben pensato di offrire loro uno psicologo per convincerli a non abbattersi e ad andare avanti. Dimenticavo un dettaglio non di poco conto, la prima seduta è gratuita.

Un dubbio scusate se sorge spontaneo, ma se non lavoro più e mi rivolgo allo psicologo perché non so come andare avanti, come le pago le consulenze? Ci sarà un Dpcm anche su questo. Basta aspettare le prossime indicazioni.

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