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Mario Draghi spiega il decreto in conferenza stampa. Sullo sfondo la partita sul Quirinale

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Non c'è stata subito una conferenza stampa di Mario Draghi per chiarire i contenuti dell'ultimo decreto anti-Covid pubblicato in Gazzetta ufficiale. Il presidente del Consiglio risponderà alle domande dei giornalisti lunedì a Palazzo Chigi per illustrare l'ultima stretta del Governo per contrastare la nuova fiammata della pandemia con la variante Omicron e frenare le polemiche dopo la decisione sull'obbligo vaccinale per gli over 50.

In campo però ci sono altri temi, dalla ripartenza della scuola (su cui non c'è un arretramento del Governo per il 10 gennaio) al dibattito sulle bollette. Perché le fibrillazioni fra i partiti, a quasi due settimane ormai dalla prima convocazione del Parlamento in seduta comune per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica del 24 gennaio, continuano. Ed ecco che alla conferenza stampa di lunedì non mancheranno le domande sul futuro del premier e, di riflesso, sulla tenuta del Governo.

Il coronavirus, in ogni caso, continua a mordere. "L'aumento dei contagi, anche causato dalla variante Omicron, ci deve spingere ad alzare ancora di più il livello di guardia. Il virus è silente e si trasmette con velocità, per questo vi prego di fare attenzione e di vaccinarvi. Tutelate voi stessi, le persone care e il prossimo", scrive su Facebook il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che è stato positivo, ma è guarito. I suoi colleghi di Governo Federico D'Incà e Vittorio Colao sono alle prese ancora con il Covid.

E proprio contro questo nemico dovrà fare i conti anche l'organizzazione del voto per il successore di Mattarella. "Con gli strumenti tecnici che ci sono oggi è sicuramente possibile" il voto a distanza, assicura il giurista Sabino Cassese.

Intanto, i grandi elettori notoriamente no-pass, si tratta perlopiù di delegati regionali, che provengono da fuori Roma potrebbero avere problemi a prendere traghetti e treni per raggiungere il Parlamento. Da lunedì, infatti, scatta la norma dell'obbligo di super green pass per i trasporti a lunga percorrenza.

E il dibattito sul Quirinale si arricchisce ogni giorno di più, alla vigilia di una settimana chiave per i partiti, con una serie di incontri che inizieranno a indirizzare la partita e lo sbarco a Roma anche del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che dovrebbe tenersi il 14 gennaio.

Secondo il coordinatore nazionale del partito, Antonio Tajani, il Cavaliere "farebbe bene a sciogliere la riserva" e "ci sono le condizioni perché venga eletto", grazie all'aiuto dei voti del gruppo Misto. Il Pd, d'altro canto, è pronto al dialogo ad ampio spettro, ma ha già chiesto di togliere dal tavolo del confronto il nome di Berlusconi. E il presidente del M5S, Giuseppe Conte, ha riunito in serata i vertici del Movimento.

"Meloni, Conte e Letta vogliono le elezioni, anche se non tutti lo ammettono", stuzzica, invece, il leader di Italia viva, Matteo Renzi. Che non risparmia poi critiche sul Covid: "Se ne esce solo con il vaccino. Se oggi siamo un po' in ritardo dopo un 2021 perfetto è perché tra la seconda e la terza dose al ministero della Salute hanno rallentato troppo". E non solo: "Basta con il catastrofismo e il bollettino algido e cinico. Diamo solo il numero delle persone in terapia intensiva, che è l'unico indicatore veramente importante per la tenuta del sistema". Passa all'attacco anche la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni: "L'esecutivo, imperterrito, continua con la sua strategia fallimentare e a pagarne il prezzo sono solo gli italiani".

Ma c'è poi il capitolo bollette a tenere banco, con Forza Italia e Lega in asse. "Grazie ai 3,8 miliardi di euro inseriti in Legge di bilancio siamo riusciti a contenere l'aumento di luce e gas, ma per evitare che il caro energia metta in ginocchio famiglie e imprese dobbiamo fare di più", assicura la ministra azzurra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini. "Serve - aggiunge - un nuovo intervento per calmierare ulteriormente i prezzi e come indica da tempo Forza Italia, si punti anche su gas naturale e nucleare sicuro".

Il leader leghista, Matteo Salvini, invece, oltre a implorare di non chiudere stadi e attività sportive, torna sul tema dei rincari dell'energia con queste parole: "È necessario fare in fretta per tagliare le bollette di famiglie e imprese. E nel medio-lungo periodo, l'Italia non si può permettere i no ideologici". Di tutt'altro avviso il Pd. "Se oggi avessimo la quota di energia da fonti rinnovabili prevista per il 2030, vale a dire il 70%, la bolletta elettrica dell'Italia sarebbe la metà: 40 miliardi invece di 75. Questa è la soluzione, non il nucleare", rintuzza la dem Alessia Rotta. Insomma, le polemiche non mancano. E il voto per il Colle è sempre più vicino.

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