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Giuseppe Conte il cavallo di Troia nel M5S. Vittorio Feltri senza pietà: disastroso, farà scappare tutti

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“Giuseppe Conte è scomparso dalla politica nazionale”. Inizia così l’articolo apparso sull’edizione del 19 dicembre di Libero a firma di Vittorio Feltri in merito alle polemiche sul leader del Movimento 5 Stelle dopo l’ultimo scivolone. Il direttore del quotidiano è senza pietà sull’ex presidente del Consiglio: “Nessuno più lo prende sul serio. Dicono che sia il capo del Movimento cinque stelle, ma pochi se ne sono accorti, forse nemmeno lui, visto che quando parla chi lo ascolta? Ormai cambia opinione ogni cinque minuti. Prima dice di essere favorevole ai referendum, il giorno appresso afferma che la democrazia diretta ha dei limiti. Quali? Non lo sa manco lui. I grillini non gli danno più retta, preferiscono ascoltare Di Battista, che è come passare dall'acqua fredda al ghiaccio”. 

 

 


“Gli uomini e le donne di Beppe Grillo - sottolinea Feltri - avvertono il pericolo della loro estinzione, non riescono più a darsi una linea. I sondaggi danno il Movimento in stato preagonico, intorno al 15 per cento, meno della metà rispetto alle ultime elezioni politiche. Alle prossime consultazioni non sarà più il partito di maggioranza relativa e molti parlamentari pentastellati non rientreranno a Palazzo Madama né a Montecitorio. Ovvio siano disperati e cerchino di aggrapparsi a qualche gruppo alternativo per restare nei giochi. Ma non sarà di certo Conte a salvarli, essendo totalmente incapace di elaborare una strategia in grado di limitare i danni. Non si capisce come mai Giuseppe si renda poco conto di aver sbagliato mestiere, essendo privo di senso strategico e perfino dell'istinto di sopravvivenza”. 

 

 

Il finale non risparmia altre stoccate da parte di Feltri: “Conte fu assunto alla guida del governo quale dilettante allo sbaraglio e come tale si è comportato una volta abbandonato Palazzo Chigi dove era stato capace di sopravvivere grazie alla mancanza di alternative. Ci voleva Draghi a smascherarlo. L'avvocato foggiano non è antipatico poveraccio, è inutile, anzi dannoso”.

 

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