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Draghi, la casa green e il paradosso del catasto

Gianfranco Ferroni
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Le case degli italiani tremano, per colpa del testo della «direttiva green» europea che rischia di mettere fuori mercato gli immobili ritenuti colpevoli di «spreco energetico». Chi si occupa di finanza sottolinea che «tutto è cominciato molto tempo fa, con l’idea di creare gli "stress test climatici" della Bce da applicare alle banche dell’eurozona», argomento a conoscenza del premier Mario Draghi. Si parla di punteggi denominati Srep, con categorie di rischio legate al credito, al mercato, alla liquidità e all’operatività: in pratica, in futuro nessuna banca concederà mutui a chi vuole comprare case situate agli ultimi posti della classificazione energetica, ovvero E, F e G, per non incorrere nelle ire della Bce.

 

 

 

 

 

La cosiddetta «direttiva green» aiuterà il comparto del credito, che potrà trincerarsi dietro al vecchio detto «lo chiede l’Europa» per negare un mutuo. Chi ora vuole acquistare una casa in montagna, magari sull’Appennino, in posti dove il gas non arriva e l’unica fonte di riscaldamento dell’abitazione è il camino, prima di andare dal notaio farà bene a dire la frase che il presidente della regione Veneto Luca Zaia ha copiato a Maurizio Crozza: «Ragioniamoci sopra». Anche se, commentano alcuni fini giuristi, «una casa non vendibile, quindi di valore pari a zero euro, diventa automaticamente non pignorabile». Forse, quando parlava del catasto, Draghi pensava a questo?
 

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