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Quanto reggerà Enrico Letta il conflitto con il sindacato è il tema che può squassare il Pd

Francesco Storace
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Più si avvicina il 16 dicembre e più il problema per il Pd rischia di esplodere. Nascondere la polvere sotto il tappeto di fronte allo sciopero generale non ha molto senso. Anche perché l’astensione dal lavoro è proclamata da Cgil e Uil, e poco conta, per i dem, l’assenza della Cisl. Si può anche citare il senso di responsabilità del sindacato bianco, ma la ferita è quella rossa. Si finge sbalordimento, ma si legge rabbia. E Salvini infila la lama, parlando a ragione di uno sciopero incomprensibile per chi sostiene il governo Draghi, dopo una manovra economica che comunque mira a ridurre le tasse, nonostante i proclami di Landini.

E il segretario della Cgil – assieme a quello dalla Uil Bombardieri – tornano ad alzare i toni. Il rischio che corre Enrico Letta è quello di trovarsi isolato sul versante sociale e per questo è alla disperata ricerca di mediatori che fatica a trovare.

Dietro l’angolo, per il Pd, c’è poi la prossima stagione politica. Se Mario Draghi sale al Colle, con le tensioni sociali che non faticheranno a riesplodere soprattutto con un premier meno autorevole, il Nazareno rischia di pagarne il costo più alto in termini di consensi politici.

Ma succede per aver accettato di veder mortificata ogni autonomia della politica. E ogni volta che Salvini ha tentato di sollevare problemi per conto della Lega, Letta ha ghignato pensando di poter schivare ogni responsabilità

Ma nel mirino dei sindacati finirà inevitabilmente e anzitutto proprio il Pd. E saranno altri a ricordargli un atteggiamento strafottente verso gli alleati “scomodi”. Si farà un po’ per uno…
Poi, i problemi di Letta esploderanno soprattutto in casa, perché in molti nel Pd cominciano a denunciare una certa insensibilità sociale dell’esecutivo. E se cominci a far ballare la casa rossa, poi crolla tutto.
 

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