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Giuseppe Conte per sostituire Gualtieri alla Camera: l'offerta del Pd. E lui ci pensa

Pietro De Leo
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E’ stata la telenovela nella telenovela delle elezioni amministrative della Capitale, ovvero l’ipotesi candidatura di Giuseppe Conte nel collegio Roma centro per la Camera nel caso in cui Roberto Gualtieri fosse stato eletto sindaco.

Ai tempi, chi si sognasse di azzardare l’ipotesi veniva trafitto dalle smentite anche puntute del diretto interessato. Mi devo occupare del Movimento 5 Stelle, era il leit motiv dell’ex Presidente del Consiglio. Ora, però, il tema torna, e trapela un appoggio all’ipotesi di Enrico Letta e del Partito Democratico (va ricordato, a proposito, che il ruolo di Goffredo Bettini, grande sodale del leader M5s, nei dem a Roma è più che determinante).

Solo che l’ìpotesi piomba nel difficile cantiere lottiamo del “campo largo”, quell’enorme agglomerato politico che, ricalcando l’esperienza dell’Ulivo, nelle mire del segretario Pd dovrebbe abbracciare da Leu ai centristi tendenza sinistra. Solo che, se da parte di Leu l’eventualità di Conte viene accolta con entusiasmo, al centro neanche per sogno. E dunque, se Renzi annuncia che troverà un altro nome in caso di candidatura del Presidente M5S, Calenda quel nome lo fa già, ed è il proprio. Sì, perché quando il nome di Conte circola lui rilancia, che se quella è l’opzione, allora si candiderà anche lui.

Ecco, quindi, che si affollano le incognite in un collegio tradizionalmente sicuro per il centrosinistra: una campagna elettorale sotto le feste (si voterà il 16 gennaio), un competitor al centro, il rischio bassa affluenza. Tanto che, all’ora di pranzo, trapelava che nel campo contiamo nulla è deciso, anzi la bilancia propenderebbe verso il no. Ore decisive, quindi, in un altro passaggio stretto dell’affannosa leadership pentastellata.

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