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Conte batte Beppe Grillo, 2xmille al M5s

Pietro De Leo
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Il giorno della doppietta, per Giuseppe Conte. Che poi, a vedere l’esito di tutto questo sul lungo periodo è un altro discorso. Intanto, incassa due partite. La prima, sui numeri. La decisione di mettere ai voti virtuali, sulla piattaforma SkyVote, l’accesso al sistema di finanziamento 2X1000 anche per il Movimento 5 Stelle ha avuto un responso non proprio bulgaro, ma comunque significativo. Il 72% degli partecipanti, ossia 24.360 ha detto sì. Il numero totale era attorno ai 34 mila (su un bacino di circa 131 mila aventi diritto) e non è certo una partecipazione oceanica, ma comunque questo oggi passa il convento. Più o meno siamo sui numeri per la consultazione sui garanti del Movimento, mentre quasi la metà esatta di quanti parteciparono alla stessa elezione virtuale di Conte a Presidente del Movimento. In quel caso cliccarono in 67 mila. Comunque, Conte porta a casa il round e ha buon gioco nel sottolineare, intervenendo a DiMartedì su La7, il «buon riscontro» dell’iniziativa. «Il 70% ha detto di sì, significa che la base è pronta e ci chiede un cambiamento», ha aggiunto l’ex Presidente del Consiglio.

 

 

 

 

 

Ma c’era anche una partita già diventata consueta in questi primi mesi di sua leadership, ossia il braccio di ferro con Beppe Grillo. Conte ne è uscito vincitore. Per quanto non da un suo intervento diretto su questa partita, era trapelata una forte contrarietà dell’Elevato al 2X1000, che allontana di un altro passo il Movimento 5 Stelle dallo spirito delle origini. Perplessità su questa svolta sono state espresse, per esempio, dal ministro Fabiana Dadone e dal Capogruppo alla Camera Davide Crippa. Quest’ultimo, fino a qualche settimana fa in rapporti non proprio idilliaci con Conte per quanto ultimamente la situazione pare migliorata, ancora ieri a Radio 24 osservava: «Sono scettico sul prendere il 2 per mille per il Movimento, è una misura chiesta dalla base tante volte, il rischio è che il finanziamento che ne consegue sia esiguo e limitato rispetto a togliere un caposaldo di non finanziamento pubblico del Movimento». E c’è un altro motivo che, a quanto pare, avrebbe reso ancora più intensa la contrarietà di Grillo, ossia il non essere stato avvisato da Conte dell'operazione. E questo si incunea nel bailamme di un rapporto personale tra i due che, per quanto in pubblico siano negate dall’ex premier le difficoltà, queste finiscono per affiorare di volta in volta quasi come un riflesso fisiologico. Prova ne è la battuta del «comico» sui penultimatum di Conte riguardo alle nomine Rai.

Ora, però, i numeri hanno parlato. La democrazia online, di cui Grillo ha fatto un dogma più volte contravvenuto nel corso della storia del Movimento, ha decretato la vittoria di Conte, che tanto tranquillo non doveva essere dato che, alla vigilia della consultazione, aveva assicurato che in ogni caso il suo percorso alla guida del Movimento nulla sarebbe cambiato anche in caso di vittoria del no. Il responso dei click, inoltre, ha scandito anche la suddivisione del fondo derivante dalle restituzioni degli eletti, circa 4 milioni di euro. Ebbene andranno ad Anpas, Cnr, Emergency, Gruppo Abele Onlus, Lega del Filo d’Oro, Medici senza Frontiere, Nove Onlus-Emergenza Afghanistan. Oltre alla cronaca dei fatti, però, emerge il dato storico di un Movimento in rotta di allontanamento con i suoi mantra storici. Che oggi, l’uno dopo l’altro, appaiono remoti nel tempo e nello spazio. Dalla chimera di governare senza alleanze, tantomeno con il Pd, fino all’ostilità ferrea verso la Tav e il Tap, ribaltata negli Esecutivi Conte. Per non parlare dell’«uno vale uno» come principio di gestione interna, abbandonato sin da subito. In politica i processi corrono veloci, e spesso dalla mutazione all’evaporazione è un attimo.
 

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