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Non è L'Arena, Matteo Renzi smaschera Conte: "Perché voleva la delega ai servizi"

Giada Oricchio
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A “Non è l’Arena”, l’approfondimento politico del mercoledì di LA7,  Matteo Renzi vede rosso al nome di Giuseppe Conte. Il leader di Italia Viva incorna il presidente del Movimento 5 Stelle sia sui Servizi Segreti sia sulle nomine Rai. Massimo Giletti gli chiede cosa ci facesse mesi fa in un autogrill insieme a Marco Mancini, pezzo da novanta dei Servizi Segreti. Renzi, come suo uso, fa melina e la prende alla larga: “Ma le sembra normale che un testimone sia stato in macchina 40 minuti a guardarci? Non vuole esprimersi? Lei è un parac**o! Io non ho mai chiesto di vedere uno dei Servizi, me lo ha chiesto lui come lo ha chiesto ad altri leader politici”.

Il motivo però è top secret, Giletti insiste, ma Renzi: “Se voleva un aggancio con Conte l’ultima persona da cercare ero io. Cosa voleva? E’ stato un incontro come altri…” e sposta l'attenzione sull'ex premier: “C’è un punto su quella vicenda che nessuno ha avuto il coraggio di dire: perché Conte continuava a volere i Servizi e a un certo punto nelle conversazioni tra Arcuri (ex commissario per l’emergenza Covid, nda) e Benotti sulla vicenda mascherine, si dice da Palazzo Chigi mi dicono che c’è un’inchiesta lascia stare? Io sono molto affezionato a voi che siete interessati alle mie conferenze all’estero dove non ho rubato una lira, che possono essere opportune o no, ma non sono vietate, ma possibile che se qualcuno ha rubato il 5% per ogni appalto di mascherine si stia tutti zitti? Sono l’unico che da mesi chiede una Commissione di inchiesta sugli appalti Covid, dalle mascherine ai banchi a rotelle”.

Sull’inchiesta per presunti finanziamenti illeciti della Fondazione Open al suo partito, Renzi dice di non aver nulla da temere, mentre sull’ira di Conte per la mancata consultazione per le nomine Rai, osserva sarcastico: “Ha detto che il M5S non andrà più nei programmi Rai? Aumenterà lo share! Buona notizia. Il M5S cinque anni fa diceva no alla lottizzazione, oggi si lamenta parché non ha partecipato alla lottizzazione. Tutte le volte che Giuseppe Conte fa un’uscita da leader del M5S, è più facile che il Movimento si distrugga prima della fine della legislatura” .

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