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Nel Pd è guerra per le poltrone: a Roma tutti contro Roberto Gualtieri

Pier Paolo Filippi
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Alla vigilia del voto dell'Assemblea, previsto per domani, il puzzle delle presidenze delle commissioni capitoline sembra ormai definito, anche se sono molte le tessere uscite ammaccate nel complicato gioco degli incastri tra partiti e correnti. Sono diversi infatti nel Pd gli scontenti per l'esito delle lunghe trattive condotte con difficoltà dalla capogruppo Valeria Baglio, non solo perché sono state frustrate diverse ambizioni dei «candidati», ma anche perché, fanno notare diversi malpancisti, nelle scelte non sono state prese in considerazione le competenze. A partire della commissione Politiche sociali, dove si è consumato lo scontro più duro. Qui infatti è stata indicata la giovane dem Nella Converti, preferita a persone esperte della materia come Erica Battaglia e Carla Fermariello che del Pd romano è la responsabile per il settore. Appartenente all'area di Matteo Orfini, considerato tra i «killer» di Ignazio Marino, Converti ha incontrato più di una resistenza. Battaglia e Fermariello sono state comunque compensate, con la presidenza della commissione Cultura la Battaglia e con quella della commissione Scuola la Fermariello.

 

 

Sempre alle politiche sociali aspirava Giovanni Zannola, che andrà invece alla Mobilità. Tra gli scontenti c'è anche Lorenzo Marinone, espressione dei Giovani Pd, che voleva la presidenza della commissione Cultura, che si occupa anche di politiche giovanili, al quale Gualtieri sarà «costretto» ad assegnare una specifica delega. Anche per la presidenza della commissione Urbanistica non si è badato troppo alle esperienze dei consiglieri, indicando alla presidenza Tommaso Amodeo, consigliere della lista civica Gualtieri. Una commissione che sembrava l'approdo naturale per Antonio Stampete, che quel ruolo ha già ricoperto sotto la giunta Marino, e che sarà invece presidente della commissione Lavori pubblici. Sempre nell'Urbanistica sperava Giammarco Palmieri, già presidente del V Municipio, che invece sarà presidente della commissione Ambiente, anche in questo caso suscitando malumori. Quelli dei Verdi nello specifico, che per «competenza» volevano quella commissione ma che sono stati dirottati alla presidenza della commissione Sport con Nando Bonessio. Per il resto, al vertice della commissione Bilancio andrà Giulia Tempesta, dell'area dem vicina a Gualtieri, alla Patrimonio Yuri Trombetti e alla commissione Commercio Andrea Alemanni, la cui prima scelta però era la commissione Sport.

 

 

Michela Cicculli (Sinistra civica ecologista) guiderà invece la Pari Opportunità, Riccardo Corbucci (Pd) la Roma Capitale e Mariano Angelucci la commissione Turismo. La Trasparenza, con funzioni di controllo sull'attività politico amministrativa, andrà a Fratelli d'Italia, nello specifico, salvo sorprese dell'ultim'ora ad Andrea De Priamo (area Rampelli) che sembra aver vinto la concorrenza di Federico Rocca (area Meloni). Anche per quanto riguarda le commissioni speciali Expo 2030, Giubileo e Pnrr, che saranno definite più avanti, i giochi sembrano fatti. La prima dovrebbe andare a Virginia Raggi, quella sull'Anno Santo alla lista di Carlo Calenda e quella sul Pnrr a Giovanni Caudo. Tornando al Pd, in Campidoglio c'è anche il problema di soddisfare chi è rimasto fuori dall'Assemblea, come il capogruppo Pd uscente Giulio Pelonzi, che sembra dovrà accontentarsi di un posto, a bassa remunerazione, nella segreteria di Gualtieri. Poi c'è Claudio Mancini, deputato e membro della commissione Bilancio della Camera, ma soprattutto regista e coordinatore della campagna elettorale del nuovo sindaco, che sembra stia facendo di tutto, per ora con poco successo, per avere una stanza a Palazzo Senatorio.

 

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