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Ritorna che fai il ministro, Di Battista rivela la proposta del M5s

Giorgia Peretti
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È un fiume in piena Alessandro Di Battista a “Carta bianca”, martedì 16 novembre. L’ex grillino, voce critica del Movimento 5 Stelle, uscito dal partito dopo il governo di Mario Draghi, interviene nel talk show di Rai 3 sotto la conduzione di Bianca Berlinguer, sui temi dell’attualità e sulla partita del Quirinale. Con sguardo malinconico ricorda la “natura politica” dei precedenti governi, guidati dal M5s: “Un governo dove governano tutti è la morte della politica. I governi Conte 1 e 2 erano maggiormente politici, oggi decide quasi tutto Draghi e il parlamento non esiste”. Il cordone ombelicale con il movimento sembra essersi definitivamente tranciato, l’ipotesi di un ritorno anche con determinate condizioni non sembra rientrare nei piani di Di Battista: “è innaturale per me schierarmi oggi su un'ipotesi senza prima avere davanti questioni politiche. Ahimè quello che sta votando oggi il Movimento 5 stelle mi allontana giorno dopo giorno. Io vado avanti per la mia strada faccio un tour, porto avanti delle battaglie rafforzamento dello stato”.

 

 

 

 

 

Poi confessa di aver ricevuto una proposta per la carica di ministro nel governo “dell’assembramento” ma di aver rifiutato forte della sua fede ai suoi principi politici: “Se il movimento avesse mantenuto quella linea che i dirigenti mi chiesero di mantenere quando mi chiesero “ritorna che magari fai anche il ministro” -a me interessava la linea politica e non la poltrona- Draghi non ci sarebbe. Se i Cinque Stelle avessero tenuto la linea politica del “sì Conte” e “no Renzi”, Draghi non sarebbe premier e Renzi sarebbe fuori dal governo. Si potevano trovare i responsabili che sicuramente pur essendo voltagabbana erano migliori dei renziani che sono il peggio". Infine, sull’ipotesi della salita al colle dell’ex presidente della BCE: “Draghi al Quirinale? Non me lo auguro. Non vorrei un privatizzatore feroce come Presidente della Repubblica. Il fatto che lui sia autorevole è fuori di dubbio ma le sue scelte passate, economiche e politiche, non depongono a suo favore". E ancora la stoccata al nuovo m5s: "Ma come può il Movimento accettare o meno, per il Quirinale, nomi proposti da chi ha perso le elezioni tre anni fa?".

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