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Cronache dal Partito Democratico: “Braccare Matteo Renzi come i nazisti”

Francesco Storace
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Ci vorrebbe una rubrica, cronache dal Pd. Perché da quando Matteo Renzi sta nel mirino del suo ex partito, qualunque militante del Nazareno (e già fa sorridere così) si sente in dovere di mazzolarlo nella maniera più dura possibile. Colpisce il tweet di un frequentatore seriale del social, un personaggio di quelli a cui piace da morire insultare per poi bearsi allo specchio. Diamo popolarità (ne siamo consapevoli) a tale Francesco Petrazzuolo, che si qualifica militante appassionato del Pd, di Somma Vesuviana. Egli ha scritto: “Renzi si fa finanziare da stati esteri ma dà la colpa a giornalismo e magistratura come faceva Silvio Berlusconi. Serve l'antirenzismo oggi come servì l'antiberlusconismo allora. Braccare i renziani come i nazisti alla fine della guerra. La democrazia è ancora forte”. Domanda da girare a Enrico Letta: questo giovincello rappresenta un’eccezione nel Pd o è la regola? Perché tanto odio era difficile solo da immaginare.

 

 

Braccare Renzi dà l’idea di un’intelligenza contaminata dalla cattiveria. Per cui lo si considera un traditore che magari va passato per le armi. Si tratta di un linguaggio preoccupante, che mostra una deriva inusitata per chi fa politica ad una pur bella età. Dalla politica ci si attende magari senso della misura in tempi di nervi a fior di pelle: probabilmente Enrico Letta manca da quelle parti da un bel pezzo. A meno di non voler dar ragione a chi ha visto recentemente in un tweet “alcolico” del segretario del Pd un brindisi alle sfortune di Renzi. Se questa è la classe dirigente di Letta, si vede che è degna seguace del leader. Studiare dovrebbero, visto che proprio nella storia che li precede ci sono ingenti finanziamenti sovietici – i famosi stati esteri – a quello che era il Partito Comunista Italiano. Non ditelo a Petrazzuolo e ai suoi fratelli.

 

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