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Sveglia, Gualtieri! È ora di finire il giro da turista: Roma allagata e piena di rifiuti

Franco Bechis
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Roberto Gualtieri con la sua fascia da sindaco che porta non proprio con naturalezza come primo gesto ufficiale è andato a fare visita alla libraia di Tor Bella Monaca che si era rifiutata di vendere il libro di Giorgia Meloni. Era quello che sicuramente attendevano con ansia i cittadini di Roma. Poi ha convocato una bella riunione con i presidenti di municipio per il grande piano straordinario di pulizia della città, e non ha invitato alla riunione il presidente del municipio proprio di Tor Bella Monaca, che guarda caso era il solo di centrodestra. Così ha rovinato il primo gesto, perché la libraia di Tor Bella non potrà esporre né i libri della Meloni né quelli di Enrico Letta e compagnia Pd che le sono più cari perché davanti alla vetrina la strada non sarà ripulita e si accumuleranno sacchi di spazzatura che l'Ama non porta via ormai da giorni. Ma Gualtieri con la sua bella fascetta e il suo sorrisetto si è fatto intanto il giro delle sette chiese presentandosi a tutti. Lo abbiamo visto giulivo anche alla festa di compleanno dell'eminenza grigia del potere sinistro della città, Goffredo Bettini. Auguri a lui, e siamo certi che anche la città era in ansia perché fra i primi passi di Gualtieri ci fosse quello di indubbia urgenza. Certo sono i primi giorni da sindaco e nessuno si attendeva miracoli. Però è chiaro a tutti che ora Virginia Raggi non c'è più.

 

 

Ma i cinghiali non se ne sono accorti e continuano a farsi allegre scampagnate in tutti i quartieri: il 4 novembre nel pomeriggio hanno perfino impedito l'uscita da scuola ai ragazzi che stavano finendo le lezioni nel comprensorio Pablo Neruda ad Ottavia. Il suo piano straordinario di pulizia è appena partito, voleva essere uno spot buono per suscitare gli “Ohhh” di riconoscenza dei cittadini, ma il nostro povero sindaco non è baciato dalla Dea Fortuna. Appena ripulito sono arrivati giù scroscioni di pioggia e i quartieri sono più sporchi di prima. Più che all'epoca della Raggi ieri sembrava di essere tornati ai giorni infausti di “Sotto-Marino”, con auto galleggianti e le foglie cadute per il vento che intasavano i tombini come prima e più di prima. A palazzo di Giustizia in piazzale Clodio ieri si entrava solo con gommoni e salvagente al collo, e certo è stata festa per i garantisti: qualcuno in meno dietro le sbarre (decisione saggia: sarebbe affogato). In piazza del Pantheon è sprofondato, quasi franato, un camion che portava materiali per rimetterla in sesto fra le risate amare di chi era lì a passeggio. Quando era ancora in piena campagna elettorale Gualtieri aveva fatto il giro di esperti ed autorità per farsi conoscere e si è sentito ripetere a parte le parole di cortesia a ritmo martellante un solo avviso: «Guardi che la sua prima emergenza sarà quella rifiuti. Il sistema non sta tenendo e sono state messe pezze solo provvisorie. Forse già dal giorno del ballottaggio il dramma “monnezza” è destinato a riesplodere».

 

 

Il futuro sindaco con il sorrisino che lo accompagna e che ogni tanto irrita chi gli è di fronte (pensa sia uno sfottò e non atto di timidezza come è), cominciò a leggere frasone del suo programma sulla intenzione di costruire e attivare impianti di smaltimento senza ricorrere a termovalorizzatori, e si sentì subito fermare da chi conosceva bene i problemi: «Bellissime idee, ma ci si impiega anni. L'emergenza rifiuti sarà a giorni. Bisogna trovare soluzioni immediate». Non deve averlo capito Gualtieri. La sola cosa fatta è stata portare alle dimissioni immediate il manager che guidava l'Ama, ed era certamente un suo diritto. Solo che ora l'azienda è senza comando, nessuno prende le decisioni urgenti che servono e a macchia d'olio nei quartieri di Roma, da Nord a Sud, si stanno riempendo le strade di spazzatura accanto a cassonetti stracolmi e non svuotati. Con il maltempo la monnezza si è sparsa ovunque, accompagnata dai torrentelli che si formano quando i tombini sono tappati. È ora di finire il giro di pr, il prolungamento della campagna elettorale e le piacevoli feste con amici. La situazione di Roma è grave, bisogna darsi una sveglia e mettersi davvero a lavorare. Non è più colpa della Raggi e le lune di miele non possono essere infinite. Tocca a Gualtieri.

 

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