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Draghi furioso con la Lamorgese per il caos green pass: mossa inutile e pericolosa

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Resa dei conti sul green pass e spaccatura in seno al Governo. Mario Draghi è furioso con Luciana Lamorgese a pochi giorni dalla data del 15 ottobre, giorno in cui la certificazione verde contro il Covid diventerà obbligatoria anche sul posto di lavoro, che sia questo pubblico o privato. Fonti della maggioranza dell’esecutivo, rivela Affari Italiani, parlano di "forte irritazione" da parte del presidente del Consiglio per la circolare emanata dal ministro dell’Interno sui portuali di Trieste, che potranno avere tamponi gratuiti fino a fine dicembre. 

 

 

Draghi è stizzito visto che questa eccezione va contro una legge e contro tutto ciò che il Governo ha detto nelle ultime settimane. Inoltre il Premier ritiene, si legge sempre sulla testata online, quello del Viminale “un segno di cedimento potenzialmente pericoloso e, tra l'altro, del tutto inutile, visto che i lavoratori del porto del capoluogo del Friuli Venezia Giulia hanno già detto che non è sufficiente e che continueranno a lottare fino all'abolizione totale del provvedimento sul green pass”.

 

 

Ad aumentare le criticità all’interno dei partiti di maggioranza sono state le parole di Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 Stelle, sui tamponi gratuiti, una misura che il Partito Democratico osteggia senza arretrare di un millimetro, con Andrea Orlando, ministro del Lavoro, in prima linea. Se veramente i pentastellati fossero tutti d’accordo ci sarebbero i numeri per votare i tamponi gratuiti per tutti lavoratori non vaccinati. Dai dem tale scenario viene definito “una bomba politica non solo sul governo ma anche sull'ipotetica coalizione giallo-rossa di centrosinistra e sul dialogo tra le due parti”. E soprattutto Draghi non cederà su altre situazioni dopo quanto successo con chi lavora al porto di Trieste. 

 

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