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Omnibus, Gaia Tortora inchioda Alessandro Di Battista. E lui chiede scusa: "Sulla giustizia abbiamo sbagliato a usare toni forti"

Giada Oricchio
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Gaia Tortora inchioda Alessandro Di Battista: “Spetta alla magistratura, non a te. Su Uggetti non ricordi?”. Giustizia, giustizialismo e la questione del metodo alla luce del caso Luca Morisi, lo spin doctor della Lega di Matteo Salvini, oggi indagato per sospetta detenzione e cessione di sostanza stupefacente e ieri inventore della “Bestia”, del modo di crocifiggere l’avversario.

La conduttrice di “Omnibus”, il programma mattutino di LA7, mercoledì 29 settembre, non ha usato giri di parole per rammentare a Alessandro Di Battista i metodi del suo ex partito, il M5S: “Quello che il movimento ha creato intorno alla giustizia, quel mettere all’indice le persone… io ricordo il tuo intervento a Piazzapulita con la piovra dietro e le facce delle persone indagate ma poi assolte. Non c’è stato un errore? Un errore che non ha fatto bene al dibattito sulla giustizia, ma ha creato un can, can e un effetto social che forse non ha giovato?”.

Di Battista tira un sospiro e recita il mea culpa senza però rinunciare a fare il maestrino con il dito puntato: “Anche se con maniere forti, il Movimento ha consentito di incanalare la rabbia dei cittadini stracomprensibile in percorsi democratici. Abbiamo usato toni forti? E’ vero, alcune volte ci siamo sbagliati? E’ vero, anche io mi sono sbagliato. Però l’errore di un’espressione forte è infinitamente minore dell’errore che viviamo quotidianamente…”.

Tortora lo interrompe e gli dà una vera lezione: “Il tono forte va sulla persona! Va sulla persona! Su Uggetti (sindaco Pd assolto dopo essere stato indagato e messo alla gogna mediatica dai 5 Stelle, nda), Di Maio ha chiesto scusa e te hai detto che non lo avresti fatto”. Tanto è bastato a mandare in confusione il “guerriero con la bilancia e la spada in mano”: “Non ricordo esattamente questa cosa che ho detto… forse… il tema è che in questo Paese i colletti bianchi in carcere non ci vanno! E’ il Paese in cui tre Presidenti del Consiglio sono stati condannati in maniera definitiva, in cui Berlusconi condannato in via definitiva per  frode fiscale viene ricevuto al Quirinale o da Mario Draghi e si ipotizza che possa essere eletto a Presidente della Repubblica quando in America si sarebbe fatto 20 anni di carcere. Sono stati condannati Craxi, Forlani, ieri un senatore è stato condannato per voto di scambio con i mafiosi, è il Paese delle quattro organizzazioni criminali che non potrebbero essere così forti se non ci fosse l’aiuto della politica. Qui se sei un povero cristo finisci in galera, se sei un colletto bianco ti salvi”. Una filippica che Gaia Tortora demolisce con due parole: “Questo è compito della magistratura non della politica”.

Di Battista alza la voce, grida alle leggi volute dalla politica per levare strumenti utili ai magistrati nel colpire i reati a più alta pericolosità sociale cioè quelli finanziari: “Oggi la nuova corruzione sono le conferenze, le consulenze, c’è stato un upgrade” e fa una parziale retromarcia: “Grazie a Dio abbiamo usato toni forti! Ho sbagliato qualche volta? Eh scusate”. La conduttrice lo mette all’angolo: “Non ti seguo quando metti le facce di persone che non sappiamo se sono colpevoli o no perché non hanno ancora subito un processo” e ripropone la foto della piovra a perenne e futura memoria. Di Battista chiude con una critica all’informazione in cui sottolinea che nemmeno le foto degli spacciatori dovrebbero essere pubblicate dai media visto che non hanno ancora subito una condanna definitiva e afferma: “I politici dicono che sono giustizialista? Str***ate!”.

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