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Amministrative 2021, l'allarme di Gasparri sulla scheda: "Un lenzuolo in cabina elettorale"

Tommaso Carta
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Una volta in politica c'erano le «lenzuolate» di liberalizzazioni dell'allora ministro dello Sviluppo economico Pier Luigi Bersani. Ora, invece, ci sono le «lenzuola elettorali». Cioè, le sterminate schede che i malcapitati votanti si troveranno a dover gestire per esprimere la propria preferenza alle prossime Comunali. A evidenziare uno dei casi limite, quello romano, è il commissario di Forza Italia nella Capitale, Maurizio Gasparri. Che, in un video pubblicato sul proprio profilo Twitter, ha mostrato il fac simile della scheda che gli elettori si vedranno consegnare dagli scrutatori.

Una distesa di carta infinita, anche a causa del numero dei contendenti in campo, sintetizzata così dal senatore azzurro: «Ci sono 22 candidati, 21 inutili e uno utile: quello del centrodestra, Enrico Michetti. Spiegate bene a tutti come si vota, è persino difficile appoggiare la scheda nello spazio che normalmente si ha a disposizione nella cabina. Il vantaggio è che Michetti è il primo in alto a sinistra». Non ha tutti i torti, Gasparri. Perché in effetti la posizione sulla scheda può rivelarsi in qualche modo un'arma in più per il candidato del centrodestra. Non tanto nell'acquisire nuovi votanti, quanto nel non perderli. Rischio che corrono, invece, gli altri candidati, per lo meno quelli più «nascosti» nelle pieghe del «lenzuolo».

Un vantaggio per Michetti, va specificato, arrivato in maniera assolutamente casuale, dato che la posizione sulla scheda viene decisa attraverso sorteggio. Ma come si è arrivati a tanto? Il numero dei candidati sindaco sicuramente incide. Ma, in passato, ci furono tornate elettorali in cui, nella Capitale, a iscriversi alla corsa per il Campidoglio furono addirittura più aspiranti degli attuali. E allora, in questo caso, a incidere è anche e soprattutto il numero delle liste che ogni candidato schiera al suo fianco. Una strategia che mira a raccogliere più voti possibile dalla cerchia dei vari aspiranti al Consiglio comunale e alla quale, ormai, non si sottrae più nessuno. Persino Virginia Raggi, che cinque anni fa fu eletta sindaca col solo simbolo del Movimento 5 stelle al suo fianco, stavolta non si è risparmiata schierando, oltre alla creatura di Beppe Grillo, altre 5 liste civiche.

Grosso modo fanno lo stesso sia Michetti (6 liste) che Gualtieri (sette). Tra i big in corsa una scelta minimal l'ha fatta solo Carlo Calenda, con un unico simbolo, quello del suo partito Azione!, a fargli compagnia sulla scheda. In tutto, comunque, i simboli sulla scheda sono ben trentotto. Il resto lo fanno i carneadi della competizione. Da Rosario Trefiletti della rediviva Italia dei valori a Luca Teodori della lista no-vax «3V», da Francesco Grisolia del Partito Comunista dei lavoratori a Giuseppe Cirillo «detto Dr. Seduction» del Partito delle Buone Maniere. Tutti alla ricerca di un posto al sole. Per adesso, l'hanno trovato sul «lenzuolone».

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