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Silvio Berlusconi, anche il Pd solidarizzi con il Cav e rifiuti l'uso politico della magistratura

Fabrizio Cicchitto
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Non c’è niente da fare: sempre più spesso in Italia la realtà supera la fantasia. Ciò sta avvenendo in molti campi, ma sempre più spesso nel settore giustizia. In questo settore ne avvengono di tutti i colori, così per qualche anno Roma è stata presentata come “Mafia Capitale”, con la traduzione in termini giudiziari di qualche libro famoso che parlava di “Roma criminale”. Ciò ha provocato conseguenze di notevole rilievo fra cui l’elezione a furor di popolo della Raggi da parte di cittadini che volevano esprimere la totale rottura fra la città e forze politiche inquinate dalla mafia. Poi i successivi gradi di giudizio dall’Appello alla Cassazione hanno certificato quello che chi vive a Roma sapeva già e cioè che esistono vari circuiti di corruzione, ma che la mafia è tutta un’altra cosa. Per altro verso la Raggi premiata da questo slogan mediatico-giudiziario poi si è rivelata un sindaco che in termini diplomatici possiamo definire mediocre.

Poi attualmente nella Procura di Milano è in atto uno scontro senza esclusione di colpi che ha portato addirittura ad avvisi di garanzia nei confronti del procuratore capo Greco e della sua vice. Potremmo continuare all’infinito, ma ci fermiamo qui. Ebbene, proprio dalla magistratura di Milano (prima i pm poi lo stesso presidente del Tribunale) è avvenuto un colpo di scena che sta dominando le cronache politiche e giudiziarie di questi giorni. Come è noto fino al 1994 Berlusconi non ha avuto nessun avviso di garanzia, invece da quando è entrato in politica ha avuto quasi un centinaio di processi. C’è stata una lunghissima vicenda giudiziaria, guidata dalla pm Ilda Boccassini, che è andata sotto il nome di Ruby, nella quale lo Stato ha speso cifre enormi (giustificate solo dal loro obiettivo politico, che era quello di mettere Berlusconi fuori dal gioco politico). Questo maxi processo si è concluso con l’assoluzione di Berlusconi.

Però esso ha una coda, perdipiù sminuzzata in varie sedi giudiziarie. Berlusconi ha remunerato con assegni (cioè con operazioni assolutamente trasparenti) alcune ragazze la cui vita professionale e personale era stata colpita proprio dalle vicende riguardanti il precedente processo. Berlusconi ha dichiarato che ha fatto questi versamenti per aiutare persone che si erano trovate in difficoltà essendo state coinvolte in un attacco giudiziario che lo riguardava.

La tesi opposta della Procura è che invece si tratta di versamenti per ottenere false testimonianze. I processi come è noto sono in corso. Senonché in questo periodo Berlusconi non è stato molto fortunato dal punto di vista della sua salute personale: prima ha dovuto fare una delicatissima operazione alla aorta, successivamente è stato anche colpito dal Covid. Come è noto il Covid, specie su persone anziane, comporta una serie di altre conseguenze. Berlusconi ha invocato il legittimo impedimento a esser presente alle udienze di questo processo per questo retroterra sanitario assai pesante. A questo punto prima i pm, poi il presidente del Tribunale contestano questa richiesta avanzata da Berlusconi e lo fanno ricorrendo a accertamenti clinici e addirittura a una perizia psichiatrica.

Ora, è inutile girarci intorno. Sottoporre a perizia psichiatrica un personaggio che è stato più volte presidente del Consiglio e che dal ’94 ai giorni nostri è leader di una principali forze politiche italiane è una autentica provocazione: da un lato c’è la scelta di insultare il leader di Forza Italia, dall’altro lato è un modo obliquo per colpire alla radice la possibilità di una sua candidatura alla presidenza della Repubblica, di cui pure si è parlato in questi giorni. Insomma ci troviamo di fronte all’ennesimo, ma anche fra i più rivoltanti e provocatori episodi di uso politico della giustizia. Giustamente Berlusconi ha rifiutato di sottoporsi a questa provocazione che ha anche aspetti umilianti. Quindi è evidentemente in azione il “Sistema”, cioè quel sistema descritto da Palamara e Sallusti nel loro libro omonimo.

Poi gli effetti politici ed elettorali di operazioni di questo tipo sono imprevedibili, essi possono determinare reazioni di rigetto dei cittadini nei confronti di una magistratura che si comporta in questo modo. Ci auguriamo che le altre forze politiche, in primo luogo il PD, esprimano a Berlusconi la loro solidarietà. Se non lo facessero dimostrerebbero di ritornare ad un antico vizio, che è quello di servirsi a scopo politico della magistratura. Tutto ciò può anche avere riflessi di tipo elettorali: per esempio può anche darsi che per reazione nel collegio suppletivo di Roma-Primavalle ci siano elettori di Forza Italia che per rispondere a una provocazione così smaccata finiscano per votare per Palamara, il capro espiatorio che la magistratura associata ha deciso di espellere per iniziative che coinvolgevano anche altri capi delle correnti.
 

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