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Sconti in bolletta in due mosse: il governo vuole tagliare gli oneri di sistema e abbattere l'Iva

Filippo Caleri
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Il tempo stringe e occorre abbattere velocemente i costi delle bollette che, a ottobre, potrebbero salire anche del 40%. Così il governo punta a una strategia in due fasi: un decreto forse già oggi sul tavolo del consiglio dei ministri per tagliare subito gli oneri di sistema (le componenti che gravano sulla bolletta oltre al costo della materia prima). Un intervento al quale seguirebbe l’idea, sviluppata dai tecnici del Tesoro e già presentata al premier Mario Draghi, di abbattere in misura considerevole l’Iva che grava sui conti dell’energia. La forbice sui cui si lavora è quella della riduzione dall’attuale aliquota del 22% a una percentuale compresa tra il 10 e il 15%. Molto probabilmente la cifra sulla quale si orienterà Palazzo Chigi potrebbe essere quella del 12% equivalente a un taglio rotondo di dieci punti percentuali rispetto all’attuale prelievo. I prospetti con le cifre relative al mancato gettito sono ancora in fase di discussione. Anche perché l’imposta sul valore aggiunto ha una parte di competenza europea e ogni intervento va quindi concordato con Bruxelles. Che da parte sua non dovrebbe avere però problemi a digerire la sforbiciata.

 

 

In Europa sembrano infatti ben disposti vista la sponda a una manovra del genere (ancora in fieri) offerta dall’Eurocommissario agli affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, che ieri ha detto: «La transizione climatica comporta anche un incremento di prezzi per i prodotti più inquinanti ed è giusto che nei diversi Paesi ci si interroghi su come mettere in piedi ombrelli per evitare conseguenze sociali troppo aspre». Insomma le ipotesi per evitare che il passaggio alle energie green sia traumatico per i portafogli dei cittadini sono benvenute così secondo Gentiloni l’importante è che lo si faccia senza mettere in discussione l’orizzonte di questa transizione che resta necessaria. Il problema è come attenuarne l’impatto sociale perché è ovvio che non possiamo avere un impatto sociale troppo pesante, ma questo non deve farci rinunciare agli obiettivi» ha spiegato. Insomma pur di non fermare la transizione in atto Bruxelles sarebbe disposta a qualunque cosa. Anche a rinunciare a un po’ di risorse.

 

 

In attesa di capire modi e tempi della manovra sull’Iva (alcuni rumors ieri parlavano anche di un intervento già oggi dopo la discussione nel preconsiglio di stamattina) lo sconto complessivo che potrebbe arrivare dalla soppressione delle voci non legate direttamente ai consumi può essere quantificato in circa 15 miliardi di euro all’anno. A tanto ammonta il gettito degli oneri di sistema presenti nelle bollette elettriche degli italiani. La parte prevalente è ascrivibile agli incentivi per le fonti rinnovabili e alla cogenerazione Cip6, la delibera del Comitato interministeriale prezzi che garantisce gli incentivi per il fotovoltaico e le rinnovabili. Questi incentivi pesano per 10.127 milioni di euro, circa il 90% del totale. Tra gli oneri di sistema rientra inoltre il decommissioning delle vecchie centrali nucleari e la gestione dei rifiuti nucleari (442,94 milioni di euro). Ma anche le agevolazioni alle imprese energivore (1.661,65 milioni di euro), quelle al settore ferroviario (443,53), il finanziamento della ricerca (50,38), l’efficienza energetica del sistema elettrico (920,28) e il bonus sociale (255,51).

 

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