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Politica estera e sicurezza comuni, la ricetta di Mattarella per l'Europa

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«O si completa» l’edificio dell’Unione europea «o si rischia che venga meno, con tutto ciò che ci ha consegnato, di pace, di diritti, di prosperità. Questa esigenza richiama anche la definizione di una politica estera comune e lo sviluppo congiunto di capacità nel settore di sicurezza e difesa». Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla prima sessione di lavori del sedicesimo incontro del Gruppo Arraiolos in corso al Quirinale. «Il caso Afghanistan -come pochi anni addietro il caso, tuttora aperto, della Siria- ha plasticamente raffigurato -ha ricordato il Capo dello Stato italiano- una Unione incompleta che ha bisogno ineludibile di costruire -e aggiungo rapidamente- una propria autonoma credibilità nell’ambito delle relazioni internazionali. Anche in questa visione, l’Unione si pone in piena complementarietà con la Nato, rafforzando il suo ruolo di produttore di sicurezza». «Accrescere le nostre capacità, fare dell’Unione un attore più credibile è importante per l’Europa e, vorrei aggiungere, lo è anche per gli Stati Uniti, in un mondo sempre più caratterizzato dal protagonismo di grandi soggetti internazionali».

«La presenza efficace tra questi dell’Unione europea -ha quindi proseguito Mattarella- rafforza il rapporto transatlantico anche nel dialogo con gli altri interlocutori. È ineludibile, quindi, definire quella che è stata chiamata la ’bussola strategicà per fare dell’Europa un attore protagonista e non un comprimario nella comunità internazionale, delineando una prospettiva strategica nell’ambito della cui cornice si inquadra la politica di sicurezza». «Pensiamo in che condizione potremmo essere oggi -ha lamentato il capo dello Stato italiano- se l’Unione avesse proseguito in tema di difesa sulla strada delineata al Vertice di Helsinki di ventidue anni fa, dove si era concretamente definito un Corpo di intervento operativo di sessantamila unità». Mattarella ha quindi elencato le «gravi tensioni» che attraversano «il mondo e il nostro vicinato»: la situazione in Afghanistan ovviamente, ma «ancor più vicino a noi le crisi non si placano: dalla Siria al Mediterraneo Orientale; dall’irrisolta questione ucraina alla allarmante situazione in Bielorussia. Tutto ciò ci pone di fronte a scelte che riguardano tanto la dimensione interna quanto quella esterna dell’Unione europea».

 

 

 

 

 

«Da un lato è necessario riflettere su quali sono gli interessi condivisi dell’Unione e cosa occorre per tutelarli, per conseguire una effettiva autonomia strategica. Dall’altro -ha ribadito Mattarella- dobbiamo definire il ruolo che l’Unione deve esercitare nella comunità internazionale: in che modo possiamo essere incisivi nell’affermazione del multilateralismo efficace che da anni indichiamo nella nostra azione esterna; come proiettare, anche al di fuori dei nostri confini, i valori e i principi su cui si fonda l’Europa».

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