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"Stiamo attenti", adesso la Raggi evoca i brogli elettorali

Pietro De Leo
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Prova a sognare, Virginia Raggi. In un post su Facebook posta un sondaggio in cui si sarebbe sopra Carlo Calenda e si collocherebbe a circa tre punti da Roberto Gualtieri, in terza posizione. «Ci siamo! È un testa a testa dove vinciamo», scrive esultante. «Ma dobbiamo mobilitarci tutti perché il nostro obiettivo è a portata di mano. Ogni voto è fondamentale e io conto su di voi, sul vostro sostegno, sulla vostra forza». E ancora, scrive il Sindaco uscente, «dobbiamo assicurarci che ai seggi sia tutto svolto regolarmente».

Eccolo qui, il punto centrale. Chissà, forse siamo all’evocazione del complotto preventivo, che ovviamente in questa fase non può che teorizzare i brogli. E allora la mente va a questi cinque anni, dove spesso l’allusione a presunte macchinazioni ha costellato il difficoltoso cammino amministrativo dei Cinque Stelle al Campidoglio. A partire da quando, prima della vittoria del 2016, Paola Taverna allora pasionaria dell’ortodossia pentastellata, ebbe a dire: «potrebbe essere in corso un complotto per far vincere il Movimento Cinque Stelle a Roma», in quanto gli avversari «stanno mettendo in campo dei nomi perché non voglio vincere Roma, si sono già fatti i loro conti». Insomma, la manovrona perché gli avversari volevano perdere. Oggi, cinque anni dopo, potrebbe essere in corso quella opposta, dove i competitor vogliono vincere a tutti i costi. Tra l’Alfa e l’Omega c’è tutta una serie di altre presunte macchinazioni denunciate, a partire da quello che passò agli onori delle cronache come «complotto dei frigoriferi». Di fronte alla presenza di rifiuti ingombranti per le strade della Capitale, la Sindaca ebbe a dire in un’intervista a Repubblica: «non ho mai visto tanti rifiuti pesanti, divani, frigoriferi abbandonati per strada. Non so se vengono fatti dei traslochi, se la gente sta rinnovando casa, ma è strano».

Quando il cronista le pose la domanda se fosse convinta che i cittadini lo facessero apposta, rispose: «eh no. È un po’ strano, ci sono frigoriferi che invece di essere portati all’isola ecologica vengono buttati vicino ai cassonetti, non so neanche come facciano. Però il frigorifero è già tutto sfondato e graffiato. Mi sembra strano». La spiegazione era molto meno oscura: il servizio speciale di raccolta a Roma era fermo da mesi. E poi di nuovo, sempre in campo rifiuti e di raccolta rimasta indietro, Virginia Raggi ebbe ad alludere ad «atti di sabotaggio all’impianto Tmb di Rocca Cencia». Ma fu smentita dalla «sua» assessora sulla materia, che nel frattempo si era dimessa, Paola Muraro: «nessun complotto - ebbe a commentare - metto in ordine le cose. È tutto legato a un problema di manutenzione degli impianti. Si sa che, ciclicamente, ci sono delle linee che vanno in sofferenza in determinati periodi dell’anno e quindi ne risente tutto il servizio». E allora di fronte a questa piccola antologia verrebbe quasi da dar ragione al leader del Movimento Giuseppe Conte, quando ieri ha ribadito l’«appoggio convinto» alla sindaca uscente. Certo, per rivedere la fantasia al potere.

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