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Maurizio Lupi sotto accusa per il green pass, la risposta alla signora è clamorosa

Domenico Alcamo
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Ben vengano i social quando sono non solo terreno di scontro, ma anche l’humus in cui germogliano riflessioni. Come in questo caso. Una utente, contraria al green pass, rimprovera a Maurizio Lupi l’appoggio al certificato verde. Per questo motivo, scrive la signora: "penso che la scelta del termine popolare nella sua lista, sia poco consono ai suoi princìpi che, rispetto al Green pass, sono fortemente discriminatori”. Il riferimento è alla lista per le elezioni nel capoluogo lombardo “Milano popolare”, di cui l’ex ministro dei trasporti è fondatore. Popolare penso voglia dire rappresentare tutti indistintamente, ma lei ha dimostrato, purtroppo, di non essere accogliente”.

Lupi replica: "C’è più libertà di circolazione oggi in Italia con il Green pass di quanta ce ne fosse lo scorso anno”, perché il certificato “permette, più di altri, le riaperture, la libera circolazione, l’attività di scuole, ospedali, imprese, ristoranti”. E "questo nulla toglie alla libertà di pensiero”, ma poi osserva: "Viviamo in una comunità, siamo un popolo, l’accettazione di alcune limitazioni della propria libertà intesa come facoltà assoluta sono non solo necessarie, ma bene accette”. 

Dunque, il certificato verde "non è un divieto di vivere, ma è la possibilità di una vita comune più ordinata. E senza ordine non c’è vita, né popolo. È l’unico strumento possibile e ci assicura successo contro la pandemia? Non l’ho mai detto. È un tentativo ragionevole, un rischio calcolato – per usare le parole di Draghi quando a giugno decise le riaperture, e in quanto tale vale qualche sacrificio”. Un botta e risposta fermo, ma del tutto civile.  

 

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