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Matteo Renzi, "né Draghi, né Mattarella". Come se la cava a In Onda, lo mettono alle strette

Giada Oricchio
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Il prossimo Presidente della Repubblica? Matteo Renzi prova a cavarsela con una battuta: “Mi avete confuso con Paolo Fox”, ma David Parenzo e Concita De Gregorio, conduttori del programma “In Onda” su LA7, lo mettono alle strette.

Secondo il giornalista, il leader di Italia Viva “con la sua pattuglia di parlamentari è centrale nell’elezione del Presidente della Repubblica”, il direttore del quotidiano “Libero”, Alessandro Sallusti, acuto osservatore politico gli dà ragione: “Con l’attuale quadro politico, Renzi è determinante, ha dato le carte negli ultimi due-tre snodi della vita politica del paese facendo e disfacendo governi anche a sorpresa. La sua pattuglia di senatori e deputati è essenziale per spostare il baricentro tra un presidente gradito al centrodestra e uno al centrosinistra”. Matteo Renzi nicchia e si schernisce: “Non sono Paolo Fox”.

Ma non può cavarsela così e infatti Concita De Gregorio la prende larga, passando alle elezioni comunali a Roma, e poi torna a bomba: “E quindi al Quirinale?”. Renzi continua a fare melina, ma alla fine concede: “Questo è il tempo delle sorprese in politica. E’ possibile andare a votare un anno prima. In Italia abbiamo un miracolo, abbiamo di nuovo credibilità internazionale, abbiamo fatto una cosa di cui nessuno ci riconosce il merito: abbiamo tolto Conte e messo Draghi. Se Draghi va al Colle, hai per sette anni un signor presidente della Repubblica che prosegue il mandato ottimo di Mattarella. Se Draghi resta a Palazzo Chigi, abbiamo un premier molto autorevole in Europa nel 2022 che è un anno decisivo. Il 2022 è quello in cui si danno le carte in Europa perché cambiano le regole sul patto di stabilità. Quello che preferisco, lo dirò a febbraio anche perché ci vuole rispetto per Mattarella e poi per Draghi che sta facendo un ottimo lavoro. A febbraio ne discuteremo in Parlamento. Troppo tardi? Si inizia a pensarci ora, ma più tardi se ne parla meglio è perché spesso chi entra Papa esce cardinale”.

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