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L'Aria che Tira, "una donna al Quirinale". La previsione del giurista Sabino Cassese

Giada Oricchio
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Una donna al Quirinale? Si è aperto il semestre bianco, gli ultimi mesi di mandato per il Presidente della Repubblica in carica, in questo caso Sergio Mattarella, e di conseguenza la corsa per il suo successore. Chi dopo di lui? Possibile che Mattarella succeda a Mattarella nonostante le ripetute smentite pubbliche di un mandato bis come fu per Napolitano? O è finalmente arrivato il momento che sul Colle salga una donna? Il giudice emerito della Corte Costituzionale, Sabino Cassese, ospite del programma di LA7, “L’Aria che Tira”, venerdì 13 agosto, non ha esitato nemmeno un attimo a indicare il nome preferito.

Il conduttore Francesco Magnani gli ha mostrato una rosa di otto papabili (Mario Draghi, Marta Cartabia, Silvio Berlusconi, Sergio Mattarella, Pierferdinando Casini, Marcello Pera, Dario Franceschini, Paolo Gentiloni) e il giurista ha risposto secco: “Io penso che sia il momento di avere una donna al Quirinale, quindi la mia opzione è chiara”. E sull’ipotesi di un secondo mandato a Mattarella, auspicata da diverse forze politiche in considerazione dell’emergenza pandemica, ma ritenuta una forzatura costituzionale in quanto non sancita dalla Carta, Cassese risponde lapidario: “La Costituzione non prevede che il mandato non sia rinnovabile, se è rinnovato nei termini previsti, la cosa è possibile”. 

Sul punto la Costituzione tace, non vieta espressamente, E se il Parlamento eleggesse l’attuale Presidente del Consiglio in carica a Capo dello Stato, cosa mai successa nella storia repubblicana? “Non sarebbe una situazione irrisolvibile - ha spiegato con sapienza il noto giurista -. Se venisse eletto Draghi, succederebbe che ne assumerebbe temporaneamente le funzioni il Ministro più anziano in assenza di un vicepresidente. Sarebbe dunque un facente funzioni del presidente che ha lasciato, si recherebbe dal Presidente della Repubblica per dare le dimissioni e si apre l’iter normale. Sarebbe una Repubblica presidenziale? C’è una deriva del genere nel nostro Paese. E la nostra Costituzione si presta a un’interpretazione di tipo presidenzialistico. Non è un’idea avventata”.

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