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La promessa di Enrico Michetti ai romanisti: "Stadio della Roma pronto nel 2022". Ecco il piano

Pietro De Leo
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Un’idea su collocazione e tempistiche per il nuovo Stadio della Roma. Enrico Michetti, candidato sindaco del centrodestra nella Capitale, a Radio Radio scandisce una sorta di cronoprogramma intorno alla realizzazione di quell’opera che ha occupato pagine e pagine di cronaca. «Se dovessimo scegliere un’area di interesse sarebbe quella del Gazometro e dei Mercati Generali - afferma - perché sono molto vicine alla tradizione. In quelle prossimità nasce la Roma Testaccina, la parte più corale della città. In entrambe le zone c’è la possibilità di realizzare l’impianto. Quanto alle tempistiche, dopo aver localizzato l’area si potrebbe «rilasciare il pubblico interesse nei primi cento giorni. Se c’è l’idea pronta, se ci sono documenti economici pronti, se ci sono istanze a corredo pronte, una volta che la valutazione tecnica dice che l’opera si può correttamente valutare» a quel punto verrà vagliata l’idea «in ragione alla riqualificazione che si apporta a quel territorio. Senza intoppi nella procedura - prosegue - nei primi 100 giorni di mandato consiliare si potrebbe conseguire il pubblico interesse». Michetti, che nel suo lavoro di amministrativista ha spesso messo a disposizione il suo know how tecnico ad enti comunali, ai microfoni della radio illustra tutta la procedura. Alla domanda del conduttore se un’eventuale posa della prima pietra potrebbe avvenire entro il 2022, Michetti risponde: «sì, perché il verbale della conferenza servizi, ottenuta la pubblica utilità, è di per sé sufficiente per ottenere i titoli a costruire».

 

 

Ma la panoramica del candidato sindaco non si è fermata lì. «Uno stadio - dice - è una buona occasione per riqualificare un territorio. L’attenzione della pubblica amministrazione deve essere tale che quella riqualificazione non diventi speculazione del privato». Dunque «se ci sono tutti i presupposti per realizzare impianti, io suggerirei al prossimo sindaco, chiunque esso sia, di inserire prima la realizzazione di quelle opere e poi la realizzazione dello stadio. Prima si fa il ponte, prima si sistema la zona Ostiense, e poi si fa lo stadio». Tra le opere di riqualificazione «si potrebbe pensare anche a una biblioteca di servizio per Roma Tre e altre soluzioni per il campo della cultura e dell'arte». Altro tema affrontato, lo Stadio Flaminio. «È la stessa identica procedura dello stadio della Roma», spiega. Dunque 100 giorni per avere il pubblico interesse. Quanto ai vincoli archeologici: «sembra che ci sia una villa romana, in quel caso dove c’è il reperto va perimetrato. È chiaro che ci si può lavorare intorno. Potrebbe essere pavimentata a vetro e sopra farci il museo della Lazio».

 

 

La diretta di Michetti ha fornito, poi, anche l’occasione per tornare sullo scontro degli scorsi giorni con gli avversari. «Mi attaccano, mi insultano, io non dirò mai nulla di male verso nessuno. Io sono fatto così e non cambierò di una virgola. Alla fine, sarà il popolo di Roma a decidere, se mi voterà la "signora Maria" io sarò contento. Il sindaco deve essere un punto di riferimento di tutti, non aggredire il suo avversario». E intanto Michetti riscuote un’uscita a sostegno di un pool di associazioni di destra (già promotrici di un riuscito evento un paio di settimane fa). Si tratta della Fondazione Rivolta Ideale, con Asan Giovane Italia, Fuan, Cis, Volontari Nazionali, con la presidenza di Domenico Gramazio la guida del saggista Adalberto Baldoni del comitato Culturale. Le realtà scrivono: «ancora una volta il pieno sostegno al candidato sindaco del centrodestra che dai sondaggi odierni è notevolmente in vantaggio sugli altri candidati. Fino a ottobre la campagna elettorale sarà lunga e altri attacchi non mancheranno per rafforzare l’impegno di Michetti e della Matone e di tutti noi per riportare il centrodestra alla guida della capitale d’Italia».

 

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