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Stadio della Roma, il Campidoglio dice addio a Tor di Valle. Dopo 7 anni è tutto da rifare

Fernando Magliaro
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Con soli 17 voti favorevoli (29 assenti e due non partecipanti al voto) l’Assemblea capitolina ha approvato la revoca del pubblico interesse alla costruzione dello Stadio della Roma di Tor di Valle. La seduta era in seconda convocazione cioè con soli 16 presenti necessari alla validità della seduta.

Determinanti i voti del Pd. In due, il capogruppo Giulio Pelonzi e il capo staff della campagna di Gualtieri, Giulio Bugarini, con la loro presenza e il loro voto favorevole hanno consentito di mantenere il numero legale. Dalle opposizioni - coerente dall’inizio nella sua opposizione al progetto - unico voto aggiuntivo quello di Stefano Fassina.

 

 

 

 

Il dibattito ha visto - dopo le dichiarazioni generali in cui sono riecheggiati temi e discorsi che vanno avanti dal 2014 - prima il gruppo di Fratelli d’Italia presentare una serie di ordini del giorno, quattro dei quali approvati con il voto favorevole dei 5Stelle e del Pd, per chiedere alla Giunta di impegnarsi a non cancellare le varie opere pubbliche previste originariamente nel progetto ma a carico del privato. Dopo di che si è passati agli emendamenti presentati dal Pd la cui approvazione integrale era considerata dai Dem elemento essenziale per il voto finale favorevole. Voto che, su richiesta degli stessi 5Stelle, è avvenuto per appello nominale: un altro modo per controllare e pressare i consiglieri riottosi.

Alla fine, nonostante questo escamotage, fra i voti dei grillini ne mancheranno sei: quelli di Alessandra Agnello, Francesco Ardu, Daniele Diaco, Anna Fumagalli, Cristiana Paciocco e Carola Penna. Subito dopo, seduta tolta. 

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