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La telefonata Berlusconi a Salvini: al lavoro per il partito unico. Cosa risponde il leghista

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 «Sono partito a ragionare per il partito unico e credo che queste cose abbiano avvicinato ulteriormente Forza Italia e Lega, che hanno una gran voglia di cambiare l’Italia con un programma su basi comuni: stiamo lavorando alla creazione di questa federazione e mi auguro metteremo le basi valoriali per creare il grande partito unico di centrodestra». Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico dal palco della festa della Lega Romagna, a Milano Marittima, frazione di Cervia (Ravenna), lo dice chiaramente: il suo partito e quello del leader leghista, Matteo Salvini, uniti potrebbero fare la differenza.

 

E, come ricordato dal leader azzurro, «nelle regioni», dove governano insieme già accade. «Se non ci fossero differenze saremmo un partito unico, mentre siamo un’unica coalizione che ha un programma condiviso e omogeneo - ha precisato Berlusconi -. Alle prossime elezioni politiche torneremo, finalmente, a dar vita a un governo omogeneo di centrodestra, nei quali Forza Italia e Lega saranno certamente il cuore pulsante».

 

«Il centrodestra va bene, ma penso che la Lega sia la parte più dinamica ed efficace», ha replicato Salvini, ribadendo che «la Lega rappresenta l’argine democratico dentro a questo governo», in accordo con il Cavaliere su (quasi) tutto. Nel corso dell’intervista che Bruno Vespa ha fatto ai due leader politici, il presidente azzurro ha infatti sottolineato l’importanza del vaccino, descritto come «l’arma più efficace per limitare i danni della pandemia» e si è detto «favorevole all’obbligo per professori e medici».

 

Di parere diverso Salvini, che pur riconoscendo l’utilità del vaccino, ha detto: «A me non interesserà se la maestra di mia figlia sarà vaccinata o no. Il tasso di letalità per chi ha meno di 20 anni è pari allo zero. A me interessa che le scuole riaprano con tutti gli insegnanti in cattedra».

E se per Berlusconi il Green pass «è uno strumento», di cui si può anche discutere, il leader leghista ha dichiarato: «La sua applicazione, oggi, corrisponde all’esclusione dalla vita 30 milioni di italiani». 

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