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M5S, a tavola la fragile tregua tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo. Può saltare tutto in pochi mesi

Pierpaolo La Rosa
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Prove tecniche di disgelo tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte, quelle andate in scena ieri a Marina di Bibbona, in provincia di Livorno, dove il co-fondatore del M5s possiede una villa. Dopo le furiose polemiche delle scorse settimane, con toni particolarmente accesi, il Garante del Movimento cinque stelle incontra a pranzo il leader in pectore pentastellato per suggellare la pace, chissà quanto duratura, dopo l’accordo faticosamente raggiunto sullo Statuto. «E ora pensiamo al 2050!», il post pubblicato sul profilo Facebook del comico che lo ritrae insieme all’ex premier, entrambi sorridenti, al tavolo di un ristorante, dove hanno consumato un antipasto di pesce e una spigola al forno con verdure, in un clima - pare - estremamente cordiale. 

 

 

Qualcuno lo ha già chiamato il patto della spigola con verdure, per distinguerlo dal patto della spigola tra Gianfranco Fini e Massimo D’Alema. Immediate le reazioni come quella di Luigi Di Maio, tra i principali tessitori del dialogo: «Bisogna sempre guardare avanti con fiducia, ragionando da squadra e pensando all’intera collettività - osserva sempre sui social il ministro degli Esteri, nonché ex capo politico del Movimento -. Non è sempre necessario scegliere tra due parti, è invece importante agire pensando all’unità, per costruire e rafforzarsi. Con impegno, dialogo e mediazione si può raggiungere sempre la migliore soluzione per tutti. Avanti». L’attuale reggente, Vito Crimi, ricorre nientemeno che ad una frase di Niccolò Machiavelli - «Non c’è nulla di più difficile da gestire, di esito incerto e così pericoloso da realizzare dell’inizio di un cambiamento» - per poi chiosare che «nulla potrà fermare appunto il cambiamento». In vena di citazioni nobili pure il responsabile per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, che vola alto e ricorda un aforisma di Oscar Wilde per segnalare che la foto tra Grillo e Conte «rappresenta quello che siamo e quello che la nostra comunità politica vuole costruire». E un altro esponente dell’esecutivo Draghi come il titolare del dicastero per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, annuncia che il M5s «è pronto a ripartire finalmente». 

 

 

Lo scenario sembra dunque delineato, con la pubblicazione dello Statuto sul sito dei pentastellati e successiva convocazione dell'assemblea degli iscritti per l’attesa votazione. Alla luce di tutto questo, ci si chiede però se quanto accaduto ieri sia davvero il viatico per risollevare un Movimento cinque stelle in piena crisi di identità - come dimostra il via libera della delegazione pentastellata in Cdm alla riforma della giustizia penale di Marta Cartabia - ed alle prese con una importante, e preoccupante, emorragia di consensi. I big parlano di nuovi orizzonti, di rinnovati traguardi da conquistare, le truppe parlamentari si sentono (forse) rassicurate, ma le perplessità permangono, eccome. Meno di tre settimane fa, infatti, tra il Garante ed il leader in pectore volavano stracci, con un Grillo scatenato che definiva l’ex inquilino di palazzo Chigi addirittura come «privo di visione politica» e senza «una visione manageriale». Fonti grilline, ora, parlano di «pieno sostegno al progetto di Conte» da parte dell’Elevato. L’impressione è che si sia in presenza di una fragile tregua, che nel giro di qualche mese potrebbe saltare.
 

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