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Dirigente Pd arrestato per Concorsopoli: Claudio Moscardelli finisce ai domiciliari

Daniele Di Mario
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Non conosce fine la «Concorsopoli» della Regione Lazio. Ieri mattina sono finiti agli arresti domiciliari il segretario provinciale del Pd di Latina Claudio Moscardelli (già senatore e consigliere regionale) e il dirigente della Asl pontina Claudio Rainone, già colpito da un’altra ordinanza cautelare lo scorso 21 maggio. Per entrambi l’accusa è corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio. Le ordinanze cautelari sono state eseguite da polizia e Guardia di Finanza in virtù dell’ordinanza firmata dal Gip di Latina Giuseppe Cario in seguito alla richiesta dei pm della procura di Latina Carlo Lasperanza e Valerio De Luca. Nel mirino dei magistrati finisce ancora una volta il concorso pubblico per titoli ed esami per 23 posti a tempo indeterminato da collaboratore amministrativo categoria D, indetto in forma aggregata per le Asl di Frosinone, Latina e Viterbo. Le indagini, delegate dalla procura alla Sezione anticorruzione della Squadra Mobile e al Nucleo di Polizia Economico finanziaria della Guardia di Finanza, avrebbero accertato irregolarità riscontrate nella procedura. Un concorso truccato, insomma, in cui i candidati avrebbero persino scelto le domande alle quali avrebbero dovuto rispondere il giorno successivo.

L’applicazione delle due misure cautelari di ieri segue quelle del 21 maggio scorso, quando sempre ai domiciliari finirono lo stesso Rainone e Mario Graziano Espositi, rispettivamente presidente e segretario della commissione per il concorso, a vario titolo indagati dei reati di falso e rivelazione di segreto d’ufficio. In particolare, dalle indagini emergeva che Rainone, in qualità di Presidente della Commissione del concorso, nei giorni precedenti alla prova orale, rivelava gli argomenti che sarebbero stati oggetto di esame. Nel proseguo delle indagini, sono stati identificati con certezza 6 concorrenti, che hanno beneficiato di tali rivelazioni, indagati a vario titolo dei reati di abuso d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio. I nuovi approfondimenti investigativi hanno permesso di riscontrare come due di questi candidati (il presidente del Consiglio comunale di Minturno Giuseppe Tomao del Pd e il figlio del presidente del Consiglio comunale Dem di Gaeta Matteo Di Domenico) venivano segnalati da un politico locale, il segretario provinciale del Pd Claudio Moscardelli, il quale con lo stesso dirigente dell’Asl di Latina s’impegnava, in cambio, a promuovere presso la Regione Lazio, la di lui nomina a Direttore Amministrativo dell’Asl, incarico che in effetti Rainone ha rivestito quale facente funzioni dal mese di dicembre 2020 ad aprile 2021. In tale contesto, Rainone, in veste di presidente della commissione rivelava ai predetti candidati gli argomenti che avrebbe proposto alla prova orale, nonché ritardava l’approvazione della graduatoria dello stesso concorso al fine di posticiparla rispetto alla sua nomina a direttore amministrativo, in modo tale da potere individuare lui stesso i luoghi di destinazione lavorativa dei neo assunti. Il concorso era finito nel mirino degli investigatori poiché molti dei vincitori risultavano vicini a esponenti locali del Pd, membri delle loro segreterie e in alcuni casi anche figli e parenti di consiglieri comunali di centrosinistra.

 

 

TROPPI CONCORSI OPACHI - Un caso mediatico enorme, come quello sollevato dalla «Concorsopoli» del Comune di Allumiere, con le graduatorie degli idonei «allungate» e l’assunzione da quelle stesse graduatorie di sindaci, assessori, dirigenti politici, membri di segreteria del Pd della provincia di Roma e di Frosinone in Consiglio regionale con delibera dell’Ufficio di presidenza guidato dal dem Mauro Buschini (poi dimessosi in seguito allo scandalo) nel cui staff figurava lo stesso sindaco di Allumiere. Fatti su cui sta indagando la Procura di Civitavecchia che non rappresentano un caso isolato: nei giorni scorsi la Commissione Trasparenza della Pisana presieduta da Chiara Colosimo (FdI) ha messo nel mirino anche altri concorsi di altri Comuni (Rocca Santo Stefano, Palestrina, Guidonia) che hanno visto tra i vincitori anche sindaci, vicensindaci, consiglieri comunali. La politica che assume i politici. Per concorso. Una condotta lecita ma contestabile dal punto di vista dell’opportunità, sulla quale la Commissione Trasparenza farà chiarezza.

«MI DICA UN PENSIERINO» - Illeciti penali, invece, ci sarebbero stati al concorso Asl di Latina, stando a quanto scrivono il Gip Giuseppe Cario nelle 65 pagine di ordinanza cautelare. Claudio Rainone, dirigente della Asl di Latina e direttore del reclutamento, che ha svolto anche il ruolo di presidente della commissione del concorso finito sotto inchiesta «ha utilizzato domande, predisposte dalla società appaltata e di cui aveva conoscenza prima delle prove, da porre ai candidati della prova orale del concorso comunicandole e concordandole con alcuni di essi anche telefonicamente prima della prova orale stessa», scrive il Gip. È stato già documentato nell’ambito di questo procedimento, si legge nel provvedimento, come il «presidente di commissione abbia comunicato» a due candidati la domanda che le avrebbe fatto alla prova orale nel corso di una telefonata il giorno prima dell’esame. «Buonasera, una cosa, mi dica un pensierino che possa essere diverso rispetto all’ultimo... laddove per lei non fosse un problema», afferma Rainone in una telefonata con uno dei candidati.

 

 

L’ACCORDO MOSCARDELLI-RAINONE - A spingere Rainone, Claudio Moscardelli che «ha rivestito ruolo di istigatore della condotta illecita di rivelazione» delle domande ai candidati prima della prova orale. «Dalle intercettazioni e dai messaggi rinvenuti sul telefono in uso a Rainone» è emerso «un più vasto quadro indiziario che delinea l’accordo corruttivo di scambio tra Rainone e Moscardelli». Secondo il Gip Rainone nemmeno conosceva i candidati. Per il Gip è infatti provato in particolare come il giorno precedente alla prova orale Rainone avesse bisogno dei numeri di telefono dei due candidati da favorire il giorno dopo. Così invia messaggi a Moscardelli per avere da lui i numeri dei candidati da contattare, ricevendo poi i contatti.

LA PROMESSA DI PROMOZIONE - In cambio della sua collaborazione, il segretario provinciale del Pd prometteva a Rainone «la sua intercessione per assicurare la nomina a direttore amministrativo della Asl di Latina», attivandosi con l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato - ascoltato dai magistrati ed estraneo ai fatti - e con i consiglieri Pd eletti a Latina Enrico Maria Forte e Salvatore La Penna (entrambi non indagati).

IL NOSTRO CONCORSO - «Moscardelli - scrive il Gip - il 31 maggio 2019, ovvero 6 mesi prima della pubblicazione del concorso già chiedeva informazioni a riguardo. L’accordo Rainone-Moscardelli finalizzato a distorcere il procedimento amministrativo del concorso parte da molto lontano. Moscardelli da tempo programmava l’azione manifestando particolare interesse sul fronte dei concorsi pubblici a Latina. Tra i numerosi messaggi inviati da Moscardelli ve ne sono alcuni riguardanti proprio i concorsi per l’assunzione dei 23 collaboratori amministrativi e dei 70 assistenti amministrativi (quest’ultimo annullato qualche giorno fa ndr.) che hanno dato il via alle indagini penali ancora in evoluzione». «Rainone - scrive il Gip - ha gestito con modalità totalmente illecite ben due procedure concorsuali di significativa rilevanza, dimostrando come i fatti non siano certo occasionali». Moscardelli chiedeva con particolare interesse al presidente di commissione quando sarebbe stato bandito il concorso di suo interesse chiamandolo il «nostro» concorso. Rainone - scrive il Gip - «per rendere più efficace il suo contributo per i candidati da favorire prospetta ulteriore utilità che può assicurare loro anche oltre il superamento delle prove, anche in relazione all’assegnazione delle sedi» e «prospetta a Moscardelli come la sua assegnazione alle mansioni superiori al posto della Di Giulio renderebbe ulteriore vantaggio ai candidati favoriti anche in termini di sede di assegnazione». «Ti spiego perché - dice in un’intercettazione - perché io, mo che finisco il concorso, giovedì, poi consegno gli atti e farei la delibera» però non vorrei che le destinazioni le desse lei...hai capito?». Di qui l’idea di far scattare le assunzioni successivamente alla nomina a direttore amministrativo.

LE REAZIONI - Il segretario nazionale del Pd ha immediatamente azzerato il Pd di Latina, nominando commissario Matteo Mauri, già viceministro all’Interno. L’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato ha annunciato che il Servizio Sanitario Regionale e la Asl di Latina si costituiranno parte civile al processo, ribadendo il «pieno sostegno» al direttore generale della Asl di Latina Silvia Cavalli. Vicinanza a Moscardelli viene espressa dal segretario del Pd Lazio, il senatore Bruno Astorre: «Gli sono vicino e sono certo che Claudio saprà dimostrare la sua completa estraneità a tutti i fatti. Restiamo in attesa di sviluppi e, come sempre, confidiamo nel lavoro della magistratura». L’opposizione attacca. Chiara Colosimo, consigliera regionale di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Trasparenza della Pisana parla di «sconcertante uso spregiudicato delle Istituzioni. Insieme alle anomalie emerse sul concorso di Allumiere, sembra essere confermato non come un singolo caso, ma come una modalità ben strutturata e radicata sulla quale ci auguriamo sarà la magistratura ad accertarne la reale consistenza. Da parte nostra continueremo a vigilare e a denunciare le situazioni che ci appaiono poco chiare e trasparenti». Anche il M5S attacca. Il vicesindaco di Roma Pietro Calabrese incalza il governatore Nicola Zingaretti: «Sarebbe bello sapere cosa pensa di Concorsopoli». Il capogruppo M5S in Campidoglio Paolo Ferrara invece parla di «schiaffo in faccia ai candidati onesti». L’assessore al Personale di Roma Capitale Antonio De Santis rivendica invece come il concorso di Roma si stia svolgendo «all’insegna della trasparenza» nonostante le 231mila candidature per 1512 posti messi a bando.

 

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